Cronaca
20 Settembre 2014
Da due anni sottopagati per errori nei bandi del MIbac

Funzionari fanno causa al ministero

di Marco Zavagli | 3 min

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1280309656432_palazzo_del_collegio_romanoDa quasi due anni hanno firmato il nuovo contratto con il Mibac, il Ministeri per i beni e delle attività culturali, in virtù del concorso per titoli ed esami che hanno brillantemente superato. Ma da allora il loro stipendio non si è mai adeguato al nuovo grado di responsabilità. E così, pur essendo oggi funzionari, percepiscono la retribuzione da assistente.

E questo per colpa del ministero, che ha semplicemente emesso due bandi sbagliati. Un errore dello Stato che va a ripercuotersi nelle loro tasche, tanto che oggi – dopo inutili proteste e sollecitazioni – sono pronti a una sorta di class action davanti al tribunale del lavoro per chiedere i danni morali e materiali di quanto non percepito.

Si autodefiniscono i “vincitori vinti”. Sono circa 400 le persone che patiscono questa situazione. Tra loro una quarantina della nostra regione e anche un ferrarese, Davide Guarnieri. Che, per assurdo, ha ‘rischiato’ di diventare direttore dell’archivio di Stato con un salario da portinaio.

“Siamo stanchi, anzi, incazzati”, sbotta Guarnieri, che dopo cinque anni dall’inizio del percorso di riqualificazione (il primo bando, errato, risale al 2007) e a quasi due anni da firma del contratto ora è deciso ad aprire il contenzioso. “Perché – si chiede – se si parla di meritocrazia e ruoli di dirigenza, con relative responsabilità civile e penale, credo sia giusto pretendere il dovuto. Non voglio un centesimo di più di quello che mi spetta, ma voglio quello che mi spetta”.

Tutto nasce nel 2007, quando viene pubblicato il bando per il passaggio tra le aree da B3 a C1, a seguito della emanazione di un DPCM 16/01/2007 che autorizzava (e quindi concedeva le risorse necessarie) il Mibact a dar via a procedure di reclutamento a tempo indeterminato.

Il bando che viene redatto dal ministero si rivela però errato per alcuni profili professionali. Chi non entra in graduatoria farà ricorso, con conseguenti sentenza favorevoli dei tribunali, ritardando tutto il procedimento. Si rifa tutto da capo. Nuovi corsi e un nuovo esame. Nel frattempo però interviene il decreto legge 78 del 2010, convertito nella legge 122 del 2010 che, in nome del contenimento della spesa pubblica, blocca gli adeguamenti economici per progressioni e passaggi tra aree ministeriali.

Alla fine i vincitori firmano nel gennaio 2013 il nuovo contratto. Che però rimane ancorato alla vecchia retribuzione, nonostante onori e oneri siano aumentati proporzionalmente. E da allora lavorano accanto ai colleghi (come architetti e ingegneri) che non sono stati toccati dagli errori e ricorsi del primo bando, del 2007, e che quindi hanno firmato ante 2010, senza incappare nel blocco degli aumenti salariali.

Il ‘monstrum’ giuridico è tollerato solo nel Mibac. Per casi simili l’Agenzia delle Dogane e delle Entrate, ad esempio, ha provveduto all’immediato adeguamento stipendiale ai dipendenti vincitori, inquadrati in un nuovo profilo con diverse e superiori mansioni.

Ma l’odissea kafkiana non è finita. Nei mesi di gennaio e febbraio i funzionari coinvolti in servizio nelle sedi periferiche si sono visti inaspettatamente adeguare gli stipendi. Per loro l’assurda discriminazione sembrava rientrata. E invece vengono a scoprire che da marzo, senza una parola di spiegazione, lo stipendio subisce una doppia decurtazione sia dell’adeguamento sia di quanto erogato nei mesi precedenti.

Ora arriveranno i ricorsi e i funzionari ritengono di avere ottime probabilità di successo, vista la palese discriminazione economica. E il risultato sarà il solito affarone all’italiana: il ministero sarà costretto a pagare arretrati e danni morali, venendo alla fine dei conti a spendere più di quello che credeva di risparmiare. Tutto in nome della cultura…

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