Eventi e cultura
17 Settembre 2014
Sono stati raccolti 187mila euro per il progetto diga, ora è indispensabile mantenere le infrastrutture

Da Ferrara un aiuto per l’emergenza Zimbabwe

di Redazione | 2 min

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Al Ctu gli Instabili Vaganti con un workshop e uno spettacolo

Al Centro Teatro Universitario arrivano dli Instabili Vaganti con un workshop e uno spettacolo a cura di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola il 10 e 11 maggio. I due momenti, progettati dal CTU, si inseriscono nell’ambito del Progetto del Dipartimento di Studi Umanistici “Gli studi per la pace nel territorio di Ferrara”

note-per-lo-zimbabweÈ pensata per far conoscere e offrire sostegno al ‘Progetto Diga – Emergenza Zimbabwe’ la serata di musica e solidarietà in programma venerdì 19 settembre dalle 19 al Giardino delle Duchesse. L’iniziativa, a ingresso libero, è organizzata dai promotori del progetto, con il patrocinio e il supporto logistico e organizzativo del Comune di Ferrara.

La serata, denominata “Note per lo Zimbabwe”, vedrà sul palco Isa Dall’Olio, Bluenote Quartet e la Banda giovanile città di Budrio a partire dalle 21, mentre dalle 19 sarà già aperto lo stand PiadinaBus. Inoltre saranno presenti il gruppo di Formignana e del Knit Cafè di Copparo con le loro lavorazioni a maglia e uncinetto.

Il progetto diga – Emergenza Zimbabwe nasce nel 2006 da Marcello Girone Daloli che, tornato da un’esperienza presso l’ospedale di St. Albert nel nord dello Zimbabwe, ha deciso di adoperarsi per dare acqua a migliaia di persone. L’ospedale ha un indotto di 119.000 persone che gestisce con 3 medici, 26 infermieri, 140 posti letto ed energia elettrica poche ore la notte. Gli abitanti di St. Albert sono 3.300, tra i quali 1.700 bambini suddivisi in due scuole.

In questi anni, grazie a un gruppo di volontari che si adoperano gratuitamente in diverse regioni del nord Italia, sono stati raccolti i fondi per terminare una diga, portare un chilometro di tubature fino all’ospedale, montare due impianti di potabilizzazione, che oggi garantiscono acqua potabile ad oltre 10.000 persone, e per irrigare 8 ettari di campi. La spesa complessiva è di 187mila euro e, incredibile ma vero, sono stati raccolti grazie a tante piccole iniziative e attraverso il passaparola. Con questi soldi si è solo comprato il materiale: non sono stati mandati soldi in loco e ogni movimento sul conto corrente dedicato al progetto è reso trasparente.

Sono volontari anche gli ingegneri e i tecnici italiani che si recano sul posto per realizzare i lavori e formare i manutentori locali. Ora è indispensabile mantenere le infrastrutture realizzate e continuare a portare avanti quello che 8 anni fa sembrava impossibile: dare da bere e da mangiare a chi non ne ha per sopravvivere. Con poco ognuno di noi può contribuire a cambiare la vita di migliaia di persone.

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