Politica
31 Luglio 2014
Il segretario: “Polemica chiusa”. Il sindaco soddisfatto a metà: “Quando si cambia verso?”

#iostoconZaghini, Calvano risponde

di Marco Zavagli | 4 min

 

calvano pdSi continua a consumare tempo che sarebbe utile ad altro per alimentare una polemica già chiusa dai fatti”. Arriva la risposta del segretario Paolo Calvano sulla questione Area innescata dalle dichiarazioni del sindaco di Berra Eric Zaghini e sugli attacchi mossi a quest’ultimo dal presidente uscente Loris Gadda.

La risposta del Pd sulla vicenda del premio agli amministratori di Area c’è già stata – ribatte Calvano -, senza necessità di un intervento pubblico del segretario. C’è già stata col voto unanime dell’assemblea dei soci: tutti, e quindi anche tutti i sindaci Pd, si sono espressi contro l’elargizione di quel premio”. Il leader provinciale del Pd ne approfitta per ringraziare “chi ha lavorato per arrivare a questa decisione con una deliberazione unanime, che ha raccolto sia il consenso di tutti i sindaci dentro il Pd sia di quelli di altri schieramenti. Si è trattato di un lavoro iniziato ben prima di arrivare a quell’assemblea, e che con quell’assemblea possiamo ritenere infine chiuso. Il rapporto tra qualunque cda ed i soci prevede la sovranità dei soci rispetto al cda, e ciò vale in particolare nelle società in house. Un cda di fronte a deliberazioni chiare dei soci – e non ce n’è alcuna più chiara di un voto unanime – non può che limitarsi a prenderne atto. La democrazia si è realizzata grazie alla discussione tra i sindaci, eletti dai loro cittadini, soci dell’azienda; la trasparenza con una deliberazione condivisa”.

L’uscita di Calvano si rivolge anche a Ferrara Adesso, che aveva difeso il sindaco renziano lanciando la campagna #iostoconZaghini, che ha raccolto consensi da parte di politici di ogni schieramento (ieri campeggiava anche sulla bacheca facebook del Movimento 5 Stelle di Ferrara). Ferrara Adesso ricordava al segretario quanto detto 4 anni fa a proposito della particolarità della situazione ferrarese sulla gestione rifiuti, con quattro aziende partecipate che si dividono il territorio.

Da quando si è insediata la nuova segreteria del Pd di Ferrara – rivendica -, dopo il congresso dello scorso autunno, l’azione di coordinamento dei sindaci è stata enormemente rafforzata: si sono affrontati i temi del futuro assetto della provincia, delle politiche fiscali e finanche della gestione dei servizi pubblici locali”. Per concludere, Calvano non rinuncia a una piccola frecciata a Zaghini, accusato in passato di non essere troppo presente nei luoghi di discussione: “come segretario rinnovo il mio invito a tutti i sindaci del Pd a partecipare a questi incontri di confronto: per esserne protagonisti è sufficiente parteciparvi. Per riformare il Paese e il nostro territorio, invece di stare con questo o con quello, con questa o quella associazione, proviamo a stare col Pd”.

La risposta di Calvano soddisfa però solo in parte Zaghini, che si dice “felice che finalmente si sia interrotto un silenzio che durava da troppo tempo. Non per questo del tutto soddisfatto di un intervento che lascia in me alcuni interrogativi”.

La questione che aveva spinto il sindaco a minacciare di riconsegnare la tessera era infatti un’altra, che non aveva nulla a che fare con il premio. “Se davvero la vicenda si può considerare conclusa per effetto dell’unanime deliberazione di tutti i sindaci rappresentanti dei comuni soci – spiega -, resta da capire perché si sia scelto scientemente di non difendere uno di quei 17 sindaci, accusato di ignoranza e malafede, colpevole solo di avere anticipato alla stampa il proprio voto contrario, condiviso successivamente da tutti i soci? Le offese a me, alla luce della deliberazione unanime, forse non rappresentano un’offesa a tutti quanti i sindaci? Davvero il Pd non aveva nulla da dire? Eppure non ha lesinato, in questi anni, interventi sui temi più disparati a cominciare dai compensi dei manager di aziende come Hera”.

Rimangono poi secondo il berrese “alcune questioni inevase, che potrei riassumere in questo modo: quand’è che in questa provincia si cambierà verso? Quando avverrà che i buoni propositi in tema di servizi pubblici locali non rimarranno lettera morta nelle mozioni congressuali? O nei documenti programmatici? Quando verrà colmata l’enorme distanza che risiede tra il dire e il fare? Forse più del voto contrario al premio di fine mandato, hanno pesato, nel prolungato silenzio del Pd, questi interrogativi di fondo”.

 

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