Eventi e cultura
17 Luglio 2014
Serata speciale in Castello con i protagonisti della nuova scena musicale italiana

Vasco Brondi, pubblico “felice da far schifo”

di Redazione | 5 min

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Che non sarebbe stato un semplice concerto si sapeva già, come si era già a conoscenza del fatto che la serata-evento di ieri sera nel cortile del Castello Estense sarebbe stata una grande festa per celebrare il ritorno a Ferrara, dopo quattro anni, di Vasco Brondi. Quello che non era così facile da immaginare era però la carica de Le luci della centrale elettrica nel tornare a suonare a casa, con un’energia ben espressa dai movimenti sul palco e dai bagni di folla. Un entusiasmo ricambiato dal folto pubblico presente: più di un migliaio le persone accorse al Castello per ascoltare dal vivo il proprio beniamino e tutti gli altri ospiti invitati alla serata inserita nel palinsesto di Ferrara sotto le stelle.

Per il suo grande ritorno a casa, infatti, Vasco Brondi ha portato in città alcuni dei protagonisti della nuova scena musicale italiana come Nicolò Carnesi, Maria Antonietta, Rachele, Dente e Levante. La serata, denominata “Tra Ferrara e la Luna” in onore di un celebre verso di Lucio Dalla, non ha deluso le aspettative del cantautore ferrarese, che si era immaginato una “festa a cielo aperto dentro il cortile di uno dei posti più magici di questa magica città”, né dei suoi ospiti che si sono detti “entusiasti di partecipare a una serata così speciale in una cornice storica e bellissima”.

I primi a salire sul palco per riscaldare l’atmosfera, a partire dalle 19.30, sono stati il cantautore Nicolò Carnesi (il suo ultimo disco “Ho una galassia nell’armadio” ha confermato tutto il bene che si diceva di lui) e la rockeuse Maria Antonietta (già sul palco con Le luci della centrale elettrica anche in occasione del concerto sold-out a Roma dello scorso aprile) che, a dispetto del suo fisico minuto, ha mostrato la sua voce potente e rabbiosa, ma anche personale e delicata come quella di Carmen Consoli, e il suo animo punk alla Courtney Love in versione rossa.

Sono le 22 in pacca quando sale sul palco Le luci della centrale elettrica, il progetto musicale nato nel 2007 dalle viscere, più che dalla mente e dal cuore, del giovane cantautore ferrarese. Ad accompagnarlo, come sempre, è la sua amata “orchestrina spaziale”, come lui stesso la definisce, composta da Ettore Bianconi (elettronica e moog), Sebastiano De Gennaro (percussioni), Daniela Savoldi (violoncello) e Andrea Faccioli (chitarre). Brondi propone i migliori brani contenuti nei suoi tre album (“Canzoni da spiaggia deturpata” del 2008, “Per ora noi la chiameremo felicità” del 2010 e “Costellazioni” del 2014, tutti pubblicati da La Tempesta Dischi) e lo fa seguendo non un ordine cronologico ma logico, alternando sempre pezzi ballabili, o sarebbe meglio dire ‘saltabili’, a quelli un po’ più lenti.

La prima canzone proposta è l’immancabile “C’eravamo abbastanza amati”, contenuta nell’omonimo ep pubblicato nel 2011, a cui segue la paradossale “Cara catastrofe” e la tanto applaudita “Macbeth nella nebbia”. “Un bar sulla via lattea” è l’ultimo brano proposto dal cantautore ferrarese prima di far salire sul palco Rachele Bastreghi dei Baustelle. Tastierista, cantante e compositrice di alcuni brani della nota band di Montepulciano, Rachele ha cantato magnificamente il brano “L’aeroplano”, prima di duettare con Brondi in “Un campo lungo cinematografico”, il pezzo che hanno registrato insieme due anni fa per la colonna sonora del film “Ruggine”. Tornato da solo sul palco, Le luci della centrale elettrica si cimenta in “Per respingerti in mare”, “Le ragazze stanno bene”, “Per combattere l’acne”, “Ti vendi bene” e “Questo scontro tranquillo”, definita “la canzone più liberatoria dell’ultimo album” con cui augura a tutti gli spettatori “di essere felici da far schifo”, come recita il testo.

Sul palco torna a fare capolino l’anima sbarazzina di Maria Antonietta con il brano “Alla felicità e ai locali punk” prima di lasciare il posto alla bellissima Levante, nome d’arte di Claudia Lagona, che stupisce tutti non presentando il tormentone della scorsa estate “Alfonso” ma il più recente “Cuori d’artificio”. La giovane cantautrice di origine siciliane, inoltre, duetta con Vasco Brondi in “Summer on a solitary beach” di Franco Battiato. Non è stata l’unica cover proposta durante la serata: Le luci della centrale elettrica aveva già reso omaggio ai Cccp (“anche se non ci sono più da un bel po’”, come recita un verso dello stesso artista) con una personale interpretazione di “Emilia Paranoica”, definita “una di quelle canzoni-monumento che non restano mai immobili”.

Ancora spazio alla musica di Brondi con Piromani”, “Le ragazze kamikaze” e “Padre nostro dei satelliti” prima di chiamare sul palco l’ultimo ospite della serata: Giuseppe Peveri, in arte Dente, uno dei cantautori più originali della scena italiana. “Ho conosciuto Dente proprio la prima volta che sono andato a Milano – racconta il cantautore ferrarese – e abbiamo iniziato i nostri viaggi quasi assieme. Mi ricordo di serate in cui suonavamo nei bar milanesi di fronte a 30 persone, in onore di quei tempi eseguiremo una vecchia canzone che all’ora proponevamo sempre”. Parte così, in versione acustica, “Baby Building” del 2007.

La serata si avvia alle battute conclusive in un’atmosfera magica con “40 km”, “La terra, l’Emilia, la Luna”, “Quando tornerai dal’estero” e “I destini generali”. Un concerto che segna indelebilmente due cose: la prima è che Vasco Brondi si sente davvero a casa sua quando torna a Ferrara, e la seconda è che il progetto de Le luci della centrale elettrica è in continua evoluzione. Di fatti il rabbioso flusso di coscienza, caratteristico dei primi due dischi, si è trasformato in una ricerca espressiva ed artistica più matura grazie all’ultimo album, considerato l’opera della consacrazione, uscito nella primavera di quest’anno e balzato direttamente al secondo posto nelle classifiche di vendita.

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