Si aggrava – a livello ‘quantitativo’ di ipotesi di reato contestate – la posizione della fisiatra Anna Cantagallo, accusata dalla procura di truffa aggravata nei confronti dello Stato per aver chiesto il pagamento della visita ad alcuni pazienti nonostante fossero esenti: il pm Nicola Proto ha infatti accolto la richiesta – già presentata durante la prima udienza preliminare – della parte civile, rappresentata dall’avvocato Marco Linguerri, di aggiungere due nuovi capi di imputazione integrativi per truffa e abuso d’ufficio alla richiesta di rinvio a giudizio originaria.
In totale ora le contestazioni a carico del medico salgono a 6 e riguardano il pagamento del ticket non dovuto richiesto a una decina di pazienti (dunque più dei 4 originari). Secondo la procura la specialista – con oltre 20 anni di onorata attività alle spalle – avrebbe fatto pagare 170 euro ai pazienti ultraottantenni – ed esenti dal ticket – per i quali era prescritto un test neuropsicologico, esame necessario per ottenere l’abilitazione alla guida dell’auto. Pagamento che, sempre secondo l’accusa, sarebbe inoltre avvenuto in un contesto extraospedaliero.
La vicenda nasce proprio dalla segnalazione effettuata da uno di loro all’azienda ospedaliera e da qui nasce anche l’imputazione di truffa: al Sant’Anna spettavano infatti 53 euro per ognuna di quelle prestazioni.
La Cantagallo – con oltre 20 anni di stimata attività alle spalle – venne per questo licenziata dall’azienda ospedaliera per infedeltà, provvedimento che la fisiatra contestò proponendo un ricorso davanti al giudice del lavoro che però diede ragione al Sant’Anna. “Dimostreremo nel corso del processo che i reati dolosi contestati alla dottoressa Cantagallo non sussistono” afferma il difensore della fisiatra, l’avvocato Dario Bolognesi.
Il processo riprenderà il prossimo 6 novembre.