“Non sapevo che erano minorenni” ed “erano consenzienti”. Sono state di questo tenore le giustificazioni del 58enne Sergio Granata, l’istruttore sub ferrarese arrestato il 30 giugno scorso nella sua casa di San Teodoro, in Sardegna, con l’accusa di produzione di materiale pornografico con minori e detenzione di materiale vario pedopornografico.
Sono frasi che l’uomo ha pronunciato venerdì scorso, nel carcere di Iglesias, nel corso del primo interrogatorio al quale è stato sottoposto, durante il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere, rilasciando comunque alcune dichiarazioni spontanee al giudice, che ha disposto per lui la misura alternativa al carcere dell’obbligo di firma. Granata era finito agli arresti al termine di un’indagine che ha messo in luce come, durante i suoi viaggi nelle mète del turismo sessuale, avesse girato numerosi filmati con scene di sesso fra lui e ragazzine minorenni, alcune molto piccole, adescate con regali di poco conto o piccole somme di denaro. Tutto quanto era emerso quasi per caso.
Granata aveva infatti subìto tempo addietro il furto della propria cassaforte, che i ladri avevano poi abbandonato giudicando il contenuto poco interessante. Ha invece interessato i carabinieri che l’hanno poi recuperata, dato che nel forziere si trovavano numerose cassette con i filmati autoprodotti del ferrarese. Una sorta di videoteca personale degli orrori, con protagoniste diverse bambine orientali e africane. Poi la perquisizione nella casa del 58enne, dove sono stati trovati altri video dello stesso tenore e un ingente quantitativo di filmati e foto scaricate dal web.