
Il cantiere teatro della tragedia
Correggio. La cassazione ha respinto il ricorso contro il giudizio di Appello rendendo definitiva la sentenza di condanna a due anni per omicidio colposo per la duplice morte sul lavoro di Correggio. Ma non è ancora scritta la parola fine, perché la difesa annuncia che si presenterà davanti alla Corte di Strasburgo.
Il processo riguarda la tragedia andata in scena alle ore 9.15 del 24 maggio del 2007, quando cinque operai di un cantiere in via dell’Unione a Correggio, vicino a Baura, frazione a est di Ferrara, stanno lavorando alla ristrutturazione di un fienile dell’Ottocento. Mentre trasportano una serie di travi per sgomberare il terreno e poter procedere a imbastire le impalcature di quello che doveva diventare un complesso di appartamenti, improvvisamente un pezzo di muro lungo otto metri frana addosso ai due che si trovavano all’estremità, quella più vicino al fienile.
Sotto le macerie rimangono Natale Floriddia, 34 anni, e Lazhar Limane, tunisino 33enne. Un incidente “prevedibile ed evitabile” secondo la procura. Per quella tragedia erano già stati condannati Giancarlo Gavioli (a 1 anno e 8 mesi in patteggiamento), titolare della ditta di Corlo che stava ristrutturando il fienile, e Paolo Baccarini (a 1 anno e 4 mesi in rito abbreviato), il legale rappresentante della ditta Eufemia Costruzioni srl, committente dei lavori di ristrutturazione del fienile. La sua responsabilità consiste nel non aver verificato l’applicazione delle misure di sicurezza (muri non puntellati) e di non aver verificato l’esistenza di un programma per la demolizione.

Natale Floriddia
La terza condanna (due anni, oltre alle spese processuali e a provvisionali di centinaia di migliaia di euro per i familiari

Lhazar Limane
costituiti parte civile – rappresentati dagli avvocati Alessandro Veronesi e Giampaolo Remondi -, soldi non ancora versati) ricadde sul capo di Gianni Cantelli, il responsabile della sicurezza del cantiere. Gli avvocati Antonio Salvatore di Ferrara e Marco Petternella del foro di Rovigo fecero appello, ma il secondo grado confermò la sentenza di condanna.
Ora anche la Cassazione, rigettando il ricorso, conferma e rende definitiva la condanna. Un esito al quale non si rassegna l’avvocato Salvatore, che sta già preparando i documenti per Strasburgo. “Questa sentenza – afferma – viola la Convenzione europea sui diritti dell’uomo, perché in primo grado il mio cliente è stato condannato anche per un profilo di colpa specifica non contenuto nel capo di imputazione. Un fattore che viola a nostro modo di vedere il principio del contraddittorio”.