Non ha avuto i risultati sperati il ‘colpo di scena’ con cui Alessandro Taddia ha cercato di ribaltare l’esito di un processo che sembrava ormai segnato. L’ex broker finanziario ferrarese è stato infatti condannato a tre anni e sette mesi di reclusione dal tribunale di Ferrara, che lo ha riconosciuto colpevole di truffa verso alcuni suoi vecchi assistiti ai quali aveva promesso lauti guadagni se gli avessero consegnato contanti e assegni da investire in titoli. Soldi che, come hanno denunciato le due coppie truffate, scomparirono nel nulla assieme a Taddia nel 2007, quando Taddia fu esortato dai suoi clienti a consegnare i frutti dei loro investimenti.
Una vicenda dall’esito – come premesso – quasi scontato, dal momento che l’ex broker aveva effettivamente fatto perdere le proprie tracce all’inizio del processo e nemmeno i suoi legali erano a conoscenza della sua posizione. Una situazione che rendeva ancora più schiaccianti le accuse scaturite dall’esposto delle due coppie di anziani truffati, alle quali l’imputato doveva restituire una somma complessiva di circa 180mila euro. Le vittime della truffa conobbero Taddia una decina di anni fa, presentato da alcuni amici comuni, e ne nacque un rapporto fiduciario con quel giovane broker – che fu poi radiato dall’albo dei mediatori – che prometteva investimenti fruttiferi e dal ritorno assicurato. La fiducia delle coppie nei suoi confronti fu totale fino a quando, attorno al 2011, cominciarono a chiedere i guadagni promessi da Taddia. Che in tutta riposta scomparì nel nulla assieme a tutti i risparmi che gli erano stati consegnati dai suoi assistiti.
Il processo è andato avanti tra le testimonianze delle parti lese e i riscontri degli inquirenti fino ad arrivare, circa un mese fa, al giorno della sentenza. È in quel momento che avviene il colpo di scena: Taddia si presenta spontaneamente in tribunale e informa il proprio avvocato di ufficio di voler fornire dichiarazioni spontanee. E, una volta di fronte ai giudici, presenta una serie di ricevute che a suo avviso sarebbero firmate dalle due coppie di ‘accusatori’ e che dimostrerebbero che in realtà aveva già saldato tutto il dovuto.
Elementi completamente nuovi e che hanno portato a un nuovo rinvio della sentenza, in modo che il tribunale potesse far chiarezza sulla documentazione presentata dall’imputato. Le testimonianze degli ex clienti del broker non ha però riservato sorprese: tutte le parti lese hanno negato fermamente di conoscere quelle ricevute, disconoscendo tutte le firme che vi erano incluse. In seguito anche lo stesso Taddia è stato chiamato sul banco per essere interrogato, e ha accennato anche al fatto che i soldi che doveva restituire alle due coppie sarebbero derivati da ‘prestiti personali’, senza cioè che vi fosse alcun tipo di rapporto lavorativo come l’attività di brokeraggio.
Spiegazioni che devono aver sollevato più di una perplessità nei giudici del tribunale di Ferrara, che hanno condannato l’imputato per truffa “appesantendo” anche di un mese la pena rispetto alle richieste della procura, che aveva proposto una detenzione di un tre anni e sei mesi. Ma ciò che è più importante per le coppie truffate è la possibilità di vedersi finalmente restituire i propri risparmi: il tribunale ha fissato infatti una provvisionale (immediatamente esecutiva) di 40mila euro, mentre l’ammontare del risarcimento complessivo sarà da liquidare in sede civile. “Per quanto ci riguarda – fa sapere l’avvocato Nicola Marani, che assieme al collega Alberto Mario Campili ha seguito una delle famiglie truffate come parte civile – è molto probabile che si apra anche un procedimento civile. E non è escluso che cercheremo di chiamare a rispondere delle proprie responsabilità anche la banca per cui Taddia operava, che non ha vigilato sull’operato del suo mediatore”.