Colpo di scena al processo per truffa che vede imputato Alessandro Taddia, il finto broker finanziario che – secondo la procura – si sarebbe impossessato di migliaia di euro promettendo lauti guadagni alle sue ignare vittime. Ieri pomeriggio era la data dell’udienza conclusiva, in cui quale il tribunale avrebbe dovuto emettere l’attesa sentenza verso l’imputato. Una sentenza che si annunciava come una condanna quasi scontata, visto che Taddia aveva fatto perdere le sue tracce prima dell’inizio del processo e che il suo avvocato di fiducia aveva addirittura rinunciato all’incarico di difenderlo. Ma ecco che, proprio quando tutto sembrava ormai deciso, l’imputato ha giocato il suo asso nella manica, presentandosi a sorpresa in tribunale e presentando la documentazione che – a suo avviso – lo scagionerebbe da ogni accusa.
Ma riassumiamo brevemente i fatti: Taddia, ferrarese di 39 anni, è un ex broker di borsa cancellato dall’albo degli intermediatori finanziari, che avrebbe truffato due copie di anziani (una, del copparese, costituitasi in giudizio attraverso l’avvocato Alberto Mario Campili, mentre l’altra ha scelto di non partecipare al processo ma è seguita dall’avvocato Mazzarenti), sottraendo alle vittime una cifra quantificata in circa 100mila euro. “Tutti i risparmi di una vita”, come sottolinea Campili. La somma – a detta delle persone offese – sarebbe anche più consistente, attorno ai 180mila euro, ma alcuni pagamenti sarebbero avvenuti in contanti e per la guardia di finanza, che ha esaminato i movimenti sul conto corrente di Taddia, non è stato possibile rintracciarli.
Le anziane vittime conobbero l’imputato nel 2007, presentato da alcuni amici comuni, e da allora si fidarono ciecamente delle sue promesse di investimenti fruttiferi. Fino al 2011 quando, non vedendo tornaconti, chiesero la restituzioni dei soldi. Da allora Taddia si è fatto di nebbia. E partì la denuncia.
Quali siano stati i trascorsi di Taddia durante questi due anni, al momento è impossibile saperlo. Quello che è certo è che l’uomo si è presentato in tribunale informando il suo avvocato di ufficio di voler rilasciare alcune spontanee dichiarazioni. Dopo essersi seduto al banco dei testimoni, l’uomo ha quindi estratto una serie di documenti cartacei: in gran parte fatture che a suo dire riporterebbero le firme delle parti lese e che quindi lo solleverebbero da qualunque ipotesi di truffa.
Non meraviglia la reazione dei legali delle persone danneggiate, Campili e Mazzarenti, che hanno chiesto al giudice di poter esaminare tutta la documentazione con i propri assistiti per attestarne la veridicità, sulla quale gli avvocati non hanno nascosto i propri dubbi. Durante la prossima udienza, prevista per fine giugno, il tribunale chiamerà quindi i presunti truffati per ascoltare quello che avranno da dire riguardo alle fatture presentate da Taddia, e non è escluso che il giorno stesso, dopo aver definitivamente chiarito questo nuovo elemento, il tribunale possa emettere la sentenza.
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