I centralini della questura di Rovigo sono intasati dopo la notizia degli arresti per maltrattamenti di dieci operatori della struttura sanitaria assistenziale “Istituti Polesani” di Ficarolo, una srl il cui amministratore delegato è l’imprenditore ferrarese Mauro Mantovani. Sono tutte persone nelle quali, nell’apprendere di quanto accadeva nella “clinica degli orrori”, è sorto il dubbio che gli stessi trattamenti siano stati riservati anche a loro familiari attualmente, o in passato, ospiti della struttura. Persone alle quali, in gran parte, sono tornate alla mente ecchimosi rilevate sui propri congiunti e giustificate dalla struttura di Ficarolo come conseguenza di cadute o di liti fra i malati psichici della residenza sanitaria.
Le telefonate, come riferisce il dirigente della squadra mobile di Rovigo, il vice questore aggiunto Bruno Zito, arrivano da tutta Italia. Segnalazioni che si stanno trasformando in vere e proprie denunce, che allargano di fatto l’indagine e che potrebbero portare a delineare un quadro ancora più grave rispetto a quanto riscontrato dagli investigatori con le intercettazioni ambientali, dalle quali sono emersi maltrattamenti consistenti in schiaffi, pugni, spintoni, tirate di capelli, umiliazioni e vessazioni, non solo fisiche ma anche verbali. Reati per i quali venerdì mattina è stata arrestata e condotta in carcere anche un’infermiera di Ferrara, residente a Fiesso Umbertiano, la 47enne Candida Visentini, oltre ad altri otto operatori sanitari e a un medico.
Il numero consistente delle telefonate che stanno giungendo da venerdì alla questura rodigina è anche conseguenza dell’elevato numero di pazienti che è in grado di ospitare la clinica di Ficarolo, che è dotata di 300 posti letto quasi sempre completamente occupati. Da precisare, inoltre, che gli elementi raccolti dagli investigatori riguardano una decina dei circa 160 dipendenti degli “Istituti Polesani”, mentre nessun elemento risulta a carico dell’imprenditore ferrarese, che agli inquirenti ha dichiarato di non essere mai stato a conoscenza di quanto sarebbe avvenuto nell’ombra da parte di alcuni suoi dipendenti. Per la clinica di Ficarolo, come riferisce il legale dell’imprenditore, l’avvocato Marco Linguerri, si tratta di un “momento delicatissimo”: “E’ una situazione – riferisce – che danneggia la struttura che, se fosse stata a conoscenza dei fatti, avrebbe avuto tutto l’interesse per prima a farli emergere. Non ho elementi per giudicare se i maltrattamenti sui pazienti fossero elevati a sistema, ma ritengo non sia affatto così. I filmati sono stati raccolti dalla polizia in mesi di indagine, quindi non è il caso di generalizzare e creare falso allarmismo nei confronti di una clinica che conta decine e decine di dipendenti”.
Una struttura che fu oggetto nel recente passato delle attenzioni della stampa locale, per episodi specifici riguardanti la salute dei pazienti, in particolare quella di una donna che aveva perso un occhio. “In quell’occasione – spiega Linguerri – avevamo ricevuto la visita dell’Asl alla quale, così come alla stampa, abbiamo ampiamente documentato che quegli episodi riguardavano veri e propri incidenti, quindi nulla a che vedere con quanto viene mostrato nel video delle intercettazioni diffuso dalla questura”.
Intanto le indagini proseguono nel tentativo di ricostruire un quadro ancora più fedele di quanto avvenisse fra le mura della struttura ai danni di pazienti inermi, anche tenendo conto delle numerose segnalazioni giunte in queste ore dopo il blitz della squadra mobile.
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