Cronaca
21 Giugno 2014
Dipendente Agenzia Entrate ‘stritolato’ dalla semplificazione della P.A.

Per una piccola multa spesi migliaia di euro di soldi pubblici

di Redazione | 3 min

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Questa è una classica storia da pubblica amministrazione, una di quelle palle di neve che diventa valanga. Per cecità? Perché una volta messo in moto il treno non si può più fermare?

La storia inizia nel 2009, quando un dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Ferrara (tuttora in servizio in via Monsignor Maverna) “usava una prassi consolidata e autorizzata, non solo a lui e non solo a Ferrara, con lo scopo di semplificare e far risparmiare tempo e denaro”, ha spiegato stamani insieme ad alcune colleghe Maria Rosaria Di Ponte della Federazione lavoratori pubblici. In particolare “faceva ricorso allo strumento dell’avviso bonario, un’assistenza all’utente al momento della liquidazione delle imposte. Uno strumento che, se usato con buon senso, è nell’ottica della digitalizzazione”.

Proprio perché aveva usato quello strumento, però, la Direzione regionale dell’Agenzia decise in quell’anno di irrogargli una sanzione, “di fatto accusandolo di non usare anche lo strumento cartaceo”. Irrisorio l’importo: 39 euro, l’equivalente dello stipendio di due ore. Probabilmente in tanti avrebbero pagato, pur di chiudere rapidamente la vicenda, ma quel dipendente, convinto di aver rispettato la prassi e di aver agito nell’interesse tanto dell’Agenzia quanto degli utenti, decise di fare ricorso.

Nel gennaio 2013 la sentenza del Giudice del Lavoro, “che gli diede ragione e condannò l’Agenzia al pagamento di 5mila euro, una cifra che comprendeva il pagamento delle spese legali maggiorate del 50%, perché secondo il Tribunale la causa intrapresa dall’Agenzia era immotivata e irragionevole. Ovviamente quel risarcimento è stato pagato dai contribuenti, ma pensavamo fosse finita lì”.

E invece no. “Dopo una costosissima consultazione dell’Avvocatura dello Stato – interviene Ilaria Menegatti della Funzione pubblica Cgil – l’Agenzia ha presentato ricorso in Appello: in ottobre si terrà la prima udienza”. “Dopo la sentenza di primo grado avevamo tentato una conciliazione in Prefettura con la Direzione regionale – prosegue la collega di sigla Isabella Gallesini –: lo stesso Direttore generale, che è cambiato dall’inizio di questa vicenda, ha riconosciuto che è una vicenda irrisoria. Eppure…”.

“Questo è un caso emblematico del comportamento tenuto dai dirigenti nei confronti dei dipendenti pubblici, e in particolare di quelli dell’Agenzia” ha continuato Gallesini: per questo le sigle hanno proclamato uno sciopero dell’Agenzia ferrarese per lunedì 23, in concomitanza con il quale i lavoratori delle altre Agenzie in Regione hanno indetto assemblee. È stata lanciata anche una sottoscrizione in favore del dipendente, per il pagamento delle spese legali: finora solo a Ferrara sono stati raccolti 1.300 euro, ma ci sono stati interessamenti per aderire anche dalla Sicilia.

“Che si impegnino così tante risorse pubbliche di fronte a un problema relativo è il contrario del buon senso, dell’efficacia, dell’efficienza e della proficuità con cui dovrebbe agire la Pubblica amministrazione, come anche il dirigente ha riconosciuto – ha concluso Claudia Canella della Funzione pubblica Cisl –. Finora ci hanno lavorato su cinque dirigenti e tre avvocati, il tutto a spese dei contribuenti”.

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