
La presentazione veneziana della Fondazione Ermitage Italia
“È con grande soddisfazione che la città annuncia ufficialmente, proprio nell’anno delle celebrazioni per il 250° anniversario dell’Ermitage, l’avvio dell’esperienza veneziana di Ermitage Italia”. Con queste parole il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ha aperto la conferenza stampa che si è tenuta alle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, anche il direttore generale del Museo statale Ermitage, Michail Piotrovsky, le direttrici italiana e russa della Fondazione Ermitage Italia, Francesca Cappelletti e Irina Artemieva, il segretario generale della Fondazione, Maurizio Cecconi, e il presidente della Fondazione Musei Civici Veneziani, Walter Hartsarich.
Ai nostalgici di una pretesa grandeur ferrarese sembrerà di ricordare quel 19 ottobre del 2007, quando nella città estense arrivò in pompa magna il presidente della Repubblica in persona a inaugurare la sede conquistata a suon di promesse dalla nostra città contro le agguerrite Mantova, Cremona, la stessa Venezia e Torino. “Un’apertura che conferma il respiro internazionale di Ferrara e il suo ruolo privilegiato nella cultura europea” commentò per l’occasione Napolitano. Al Capo dello Stato si accodarono l’allora presidente del gruppo parlamentare dell’Ulivo Dario Franceschini, che assicurava “il sostegno delle istituzioni del Paese alla straordinaria iniziativa” e il vicepremier e ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, che strizzava l’occhio a un “giusto riconoscimento ad una città che ha molto accresciuto la sua capacità di valorizzare il suo patrimonio storico artistico”.
Pronostici ben poco fortunati, visto che la grande mostra sull’Islam è rimasta nel libro dei sogni, mentre il patrimonio artistico di Ferrara è rimasto tale e quale, con qualche defaiance post terremoto, mentre quello sampietroburghese non si è mai spostato dalle rive della Neva per lasciarsi ammirare in terra emiliana, fatta eccezione per la mostra sul Garofalo, tra aprile e luglio del 2008, che contò 70mila visitatori.
La preziosa collaborazione con San Pietroburgo ci ha lasciato però un’eredità. Un lascito fatto di circa due milioni di euro spesi in quella che alla fine dei conti si è rivelata solo una gigantesca operazione di immagine. Costata, a spanne, 300 mila euro all’anno dal 2007 ad oggi senza contare le spese di rappresentanza, i viaggi in Russia e i costi per le sedi ufficiale (il Castello estense) e operativa (la rinascimentale Palazzina Giglioli), dove lavorava stabilmente personale (dipendenti e collaboratori) dalla Provincia. Eppure in quella fine di 2007 erano in tanti pronti a spergiurare il proprio appoggio all’operazione. Uno dietro l’altro c’erano Provincia, Comune, Regione, Fondazione e Cassa di Risparmio di Ferrara, Confindustria, Direzione Regionale per i Beni Artistici, Opificio delle Pietre Dure di Firenze e Università. Poi, pian piano, tutti si defilarono, lasciando come unica fonte di sostentamento i 250mila annui assicurati dal ministero.
Di quei sei anni di matrimonio con separazione dei beni sono rimasti convegni, borse di studio e cataloghi. Che, altra beffa, andranno a valorizzare il curriculum della Fondazione Ermitage Venezia. Negli ultimi sei anni di lavoro nel nostro Paese – è stato detto in conferenza stampa in Piazza San Marco – la Fondazione Ermitage ha già assegnato oltre cento borse di studio a ricercatori provenienti dall’Italia, dalla Russia ma anche da altri paesi europei, e ha provveduto alla catalogazione delle opere italiane esposte all’Ermitage, pubblicando tre cataloghi scientifici in italiano e in russo sulla pittura e la scultura italiana, oltre a numerose ricerche e cicli tematici di conferenze. Già, come se non lo sapessimo. Ma Venezia, a differenza di Ferrara, sembra avere le idee chiare su quello che la città ospitante può chiedere la museo di San Pietroburgo. Molti sono i progetti in cantiere: dal nuovo catalogo ragionato delle sculture italiane all’Ermitage del XVII e XVIII secolo in uscita il prossimo autunno, alla mostra su Mariano Fortuny, a “Glasstress 2015 Gotika”, l’esposizione promossa in collaborazione con Berengo Studio.
Il 16 luglio infine è in programma a Palazzo Ducale un convegno dal titolo “I grandi Musei del nuovo Millennio”, che vedrà i direttori delle principali istituzioni museali internazionali a confronto.
“La collaborazione con l’Ermitage – ha proseguito il sindaco Orsoni – è un altro tassello importante di quel progetto che da tempo l’amministrazione persegue di rafforzare la presenza a Venezia di grandi istituzioni culturali internazionali. Un’operazione culturale di altissimo profilo, fortemente appoggiata anche in sede di Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito degli accordi bilaterali Italia Russia del 2013, che permetterà di sviluppare iniziative che favoriscano lo scambio di esperienze e di culture, di cui Venezia è da sempre protagonista”. E di cui Ferrara non lo è mai stata.
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