Aveva perso il controllo, diventando una furia scatenata. Picchiò la madre, prese a sprangate due donne e sfasciò un’auto in sosta, fino a mordere il carabiniere che lo voleva fermare. Ma in quel frangente era incapace di intendere e volere. E per lui è arrivata l’assoluzione.
L’episodio risale a due anni fa. Era il 15 maggio del 2012. Un giovane, F.G., all’epoca 21enne, dopo una lite con alcuni avventori all’interno del bar Italia di Montalbano, attorno alle 8.30 di mattina, si sfoga contro la madre di 49 anni che era intervenuta per cercare di calmarlo, ottenendo solo botte e traumi che si riveleranno fortunatamente di lieve entità. Subito dopo il ragazzo scappa dal locale e in via Lampone fa scempio di ciò che trova sulla sua strada. Prima distrugge il giardino di una vicina, rompendo una statua e lanciandone la testa contro un vetro della casa mentre la donna si trovava all’interno (fu lei a chiamare i carabinieri); dallo stesso giardino ha afferrato l’asta di un galletto segnavento cominciando a spaccare i vetri dell’abitazione. Con la stessa asta ha quindi preso a colpire le vetture in sosta nella via urlando frasi sconnesse.
Un’altra vicina, che si trovava in una delle villette in fondo alla via, vede la furia cieca avvicinarsi minaccioso e viene con l’asta e presa a calci una volta a terra. Tocca poi a una terza signora, giunta in soccorso della malcapitata, essere presa a randellate sulla schiena e sulle gambe.
A quel punto il 21enne ruba una bici e torna nel bar dove tutto ha avuto inizio, ma vi trova i carabinieri di San Martino che nel frattempo erano accorsi mettendosi sulle tracce del ragazzo. Inizialmente viene arrestato per lesioni e danneggiamenti, ma una volta condotto all’ospedale in camera di sicurezza si è scagliato anche contro i carabinieri, mordendo uno di loro, ottenendo così un secondo arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Le tre donne aggredite finirono tutte all’ospedale.
Per quei fatti il 21enne ha dovuto affrontare due querele. La prima, per le lesioni e la resistenza a pubblico ufficiale, venne archiviata due anni fa. La seconda, dopo la richiesta di archiviazione, ha visto l’opposizione delle persone offese. Il gip aveva così ordinato l’imputazione coatta e ieri si è tenuto il processo a carico di F.G.. La difesa, sostenuta dall’avvocato Michele Ciaccia, ha prodotto la consulenza psichiatrica del dottor Amedeo Cicotti, secondo la quale l’imputato era incapace di intendere e volere la moneto dei fatti perché preda di un episodio psicotico acuto. Per lui non sono state disposte misure in quanto, sempre sulla base della consulenza, il giovane non presenta più pericolosità sociale, essendo regredita totalmente la psicosi che lo affliggeva.
Le persone danneggiate sono state risarcite dalla famiglia.
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