Leone Sinigaglia, nato a Torino nel 1868, vi morì nell’Ospedale Mauriziano il 16 maggio 1944 per una sincope che lo salvò da traduzione ad Auschwitz. Rappresenta uno dei vertici della musica sinfonica italiana del primo Novecento, sospettoso verso le avanguardie (a una esecuzione di un Quartetto di Bartok uscì dalla sala inorridito gesticolando con il suo bastone…), ma orientato verso il romanticismo di Brahms, Goldmark e Dvořák, del quale ultimo fu, oltre che amico, allievo.
Nei primi anni del Novecento la sua Ouverture “Le baruffe chiozzotte” , le “Danze piemontesi” e la “Suite Piemonte” per orchestra erano regolarmente eseguite dai più grandi direttori come il leggendario Artur Nikisch, Henry Wood e Toscanini; Mahler ripropose la Ouverture nel suo concerto di congedo dalla direzione, a New York nel 1911. Totalmente dimenticato dalla critica musicale italiana (raro essendo che venga puranche citato!…) e dalla vita concertistica a partire dal secondo dopoguerra, ma ricordato e talora suonato in USA, a gennaio 2013 nel Teatro Comunale di Ferrara su nostra iniziativa furono eseguiti il bellissimo “Concerto per violino e orchestra in la maggiore op.20” (dedicato al grande Arrigo Serato), per l’arco di Laura Marzadori (ora violino di spalla della Orchestra del Teatro alla Scala), la brillante “Romanza e Humoresque” con il violoncellista Fernando Caida Greco e il finissimo brano orchestrale “Regenlied”, sotto la direzione di Marco Zuccarini e con la Orchestra Città di Ferrara.
Nel 2015 uscirà il cd Tactus con quelle esecuzioni dal vivo e più avanti, speriamo, le composizioni cameristiche e violinistiche, un tempo suonate da grandi artisti, da Kreisler a Kubelik a Ysaye. Nella storia della musica Sinigaglia viene soprattutto ricordato per i suoi arrangiamenti e ricostruzioni delle “Canzoni popolari del Piemonte”, ma non è trascurabile la serie di Romanze per voce di soprano o mezzosoprano e pianoforte, molte delle quali su testi di autori famosi, D’Annunzio in particolare (La tregua, Sur l’eau, Canto dell’ospite).
La figura multanime di questo compositore è stata per la prima volta al mondo oggetto di una monografia scritta da Gianluca La Villa e Annalisa Lo Piccolo: “Leone Sinigaglia, la Musica delle alte vette”, per Gabrielli editori, nel 2012, le alte vette richiamando una delle grandi passioni di Sinigaglia, provetto scalatore che aprì vie nuove sulle Dolomiti. Dopo la morte di Sinigaglia la sua memoria fu coltivata dall’amico grande musicologo Luigi Rognoni, che affidò tutta la biblioteca di Sinigaglia al Conservatorio di Torino. Recentemente Quirino Principe sulle colonne de Il Sole-24 Ore ha ricordato la figura del dimenticato compositore, esprimendo vivo apprezzamento per la sua citata riproposta monografica che ora ha collocazione presso la Library of Congress di Washington e la Stanford Univeristy Library, tra le altre.
Gianluca La Villa presidente del comitato per i Grandi Maestri