Comacchio
9 Maggio 2014
La procura propone pene fino a tre anni per i presunti accordi corruttivi, ma le difese contestano la credibilità del principale testimone

Comacchiopoli: chieste le condanne per politici e dirigenti

di Redazione | 3 min

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admin-ajax-164Comacchio. Si avvicina il momento della sentenza per il caso Comacchiopoli, il processo che vede diversi politici ed ex dirigenti degli uffici comunali comacchiesi alla sbarra per le presunte agevolazioni a pratiche edilizie concesse – secondo la procura – in cambio di soldi o favori, come la sponsorizzazione della squadra di calcio della città. L’inchiesta si è focalizzata in particolare su due casi ‘sospetti’: la costruzione del Centro Brico e il progetto per un nuovo porto turistico sulla costa. Due pratiche intorno alle quali, secondo il pm Nicola Proto, ruotava una “accordo corruttivo” tra  gli imputati, che si sarebbero messi di comune accordo per abbattere ogni ostacolo politico nell’approvazione dei documenti e favorire così gli imprenditori Luciano Vazzoler e Sergio Marinelli. Ad essere accusati a vario titolo di corruzione, istigazione alla corruzione e omissione in atti d’ufficio sono Manlio Carli e Antonio Pini (ex dirigenti all’urbanistica del Comune), Eugenio Gramolelli (ex consigliere comunale Pd e assessore alle attività produttive), Fabrizio Felletti (ex assessore allo sport), Iginio Ferroni (ex consigliere di Alleanza Nazionale) e Berto Cavallari (ex assessore all’urbanistica).

L’udienza che dà il via alla discussione vede le difese schierate in maniera compatta contro le conclusioni della procura, mettendone in discussione uno degli elementi portanti: le dichiarazioni di Sergio Marinelli. È stato proprio l’imprenditore, che ha già patteggiato una pena di un anno mezzo per corruzione per la sponsorizzazione della squadra di calcio, che in sede di esame ha puntato il dito contro gli altri imputati, parlando delle richieste economiche che avrebbe accettato in cambio di una agevolazione alle pratiche edilizie. Dichiarazioni riprese da Proto durante la requisitoria ma duramente contestate dalle difese, che hanno messo in dubbio l’attendibilità e la legittimità della testimonianza di una persona coinvolta e condannata per gli stessi fatti e che non ha l’obbligo a prestare giuramento.

Ma per supportare le proprie tesi la procura punta anche sulle intercettazioni telefoniche, nelle quali gli imputati si scambiano informazioni e aggiornamenti sulla situazione delle pratiche edilizie di Marinelli e Vazzoler, che attendevano risposta da parte del consiglio comunale e dell’ufficio per l’urbanistica. È su questo campo che le parole degli imputati si prestano a interpretazioni diverse e in parte contrastanti. Come per il caso dell’ex assessore comacchiese e presidente del consiglio provinciale Filippo Farinelli, deceduto nel dicembre 2012, che nei colloqui con Vazzoler assicura l’imprenditore di essere in grado di sfruttare i propri agganci in Comune per agevolare le pratiche. Dichiarazioni da prendere con le molle, secondo i difensori di Carli e Pini, secondo cui Farinelli non faceva altro che “gonfiarsi il petto” per migliorare i propri rapporti con Vazzoler, mentre in realtà i tecnici comunali sarebbero stati completamente all’oscuro dei suoi progetti.

Al termine della propria requisitoria, Proto ha chiesto condanne pari a 3 anni e 2 mesi per Pini, 2 anni e 9 mesi per Cavallari, 2 anni per Gramolelli e Felletti, 2 anni e 2 mesi per Carli e un anno e 6 mesi per Ferroni. La prossima udienza vedrà le repliche della procura alle arringhe dei difensori, dopo le quali il tribunale potrà emettere l’attesa sentenza.

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