Cronaca
3 Maggio 2014
Accuse ai giornalisti e alla Rai: "Nostre azioni artatamente travisate dal circuito mediatico"

Il Sap scrive a Napolitano: “L’applauso non era contro Aldrovandi”

di Redazione | 3 min

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admin-ajax (5)Quattro pagine di spiegazioni, accuse ai media e cenere sul capo quelle che Gianni Tonelli, segretario del Sap, ha scritto al presidente della Repubblica per spiegare la sua versione dei fatti legate all’ormai nota vicenda degli applausi agli agenti condannati per omicidio colposo di Federico Aldrovandi durante il congresso del sindacato. Quattro pagine per “certificare che la verità ha una dimensione totalmente differente e il significato del nostro gesto è ben lontano da quello descritto e denunciato“.

Il segretario del Sap, rivolgendosi a Napolitano si dice “pienamente consapevole che la Sua autorevole e perentoria censura rappresenta per la mia persona un marchio di infamia e un fardello di vergogna e sofferenza dai quali non riuscirò mai affrancarmi” e “nell’ipotesi in cui gli eventi si fossero sviluppati come descritti ci inchineremmo al Suo sdegno”. Ma per Tonelli le cose sono andate in modo molto diverso da quanto raccontato, quei lunghi applausi incriminati sarebbero state azioni “artatemente travisate dal circuito mediatico”: “L’applauso dell’assemblea dei congressisti Sap non è in alcun modo riconducibile alla tragica morte del giovane Federico Aldrovandi e al dolore della famiglia verso la quale nutriamo sinceri sentimenti di deferente rispetto“, scrive Tonelli che non manca di scagliarsi contro giornalisti e televisione di Stato che avrebbero falsato i tempi dell’applauso, taroccato le fotografie e sostenuto in malafede che il congresso fosse pubblico.

“Il vero oggetto del gesto citato, avvenuto nel tardo pomeriggio di martedì 29 aprile nel corso della sessione privata e non pubblica dell’VIII Congresso Nazionale Sap, è stata la presentazione del progetto di realizzazione della campagna ‘verità e giustizia’ precedentemente illustrata all’interno della fase pubblica del congresso la mattina dello stesso giorno alla presenza del Capo della Polizia Alessandro Pansa e di numerose autorità istituzionali e politiche”.

Applauso dunque scatenato dalla relazione sul progetto per rendere più sicura e professionale l’azione degli agenti sulle strade e “ben lungi dal persistere per cinque minuti”, anche se, come afferma lo stesso Tonelli: “Un’attenzione è stata dedicata alle vicende relative ai notori ultimi disordini di Roma, all’ ‘ombrellata incriminata’ al Sindaco di Terni, alla vicenda dei Nocs e del Generale Dozier e al caso Aldovrandi. Ai colleghi coinvolti in quest’ultima vicenda, presenti al Congresso e visibilmente commossi dal clima marcatamente emozionale che la disamina del nostro progetto e delle nostre idee ha generato – afferma il segretario del Sap – è andata una parte degli applausi, non certamente quali eroi, come qualcuno strumentalmente ha tentato di veicolare, ma nella loro qualità di poliziotti che a causa del servizio prestato alla collettività  si sono trovati a patire infinite tribolazioni che non hanno trovato ancora termine conseguenti ad una sentenza di condanna per un reato colposo sulla quale nutriamo, legittimamente, alcune riserve”.

Difesa a spada tratta e accuse anche per l’iniziativa di richiedere la revisione del processo Aldrovandi: “Cosa dovremmo dire di chi, con sfacciata disonestà intellettuale, tenta di accreditare la tesi che la nostra richiesta di verità sia assolutamente inconciliabile con il rispetto del dolore?”, chiede Tonelli che rivendica l’intenzione di “servire il mio Paese, nella piena legalità e secondo i miei liberi convincimenti e se per esercitare tale libertà, costituzionalmente garantita, verrò chiamato a pagare il pesante tributo dell’infamia istituzionale, con amarezza, sono pronto a tale sacrificio. Mi sia solamente consentito di rilevare che il nostro amato Paese è proprio un soggetto “strano”, ricco di contraddizioni, bizzarrie ed estrosità. Un applauso, frutto delle migliori intenzioni di alcuni poliziotti,viene sanzionato con una “raffica distruttrice di bordate infamanti” mentre – osserva Tonelli –  per contro portiamo in parlamento i terroristi condannati per aver cagionato la morte di poliziotti, riabilitiamo mafiosi e delinquenti oltre a dilettarci nel giustificare ogni devianza che ci ‘capita a tiro’.”

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