“Le questioni di sicurezza o di edilizia richiamate rivestono profili più strettamente connessi all’ambito di competenza di altre amministrazioni”. È la risposta arrivata dal ministero della cultura all’interrogazione fatta dalle parlamentari del M5S Michela Montevecchi, Laura Bignami, Manuela Serra e Maria Mussini sul caso di Spazio Grisù.
Il documento partiva dall’inchiesta di Estense.com per arrivare a sottolineare come gli stessi “tecnici comunali hanno smentito quanto asserito dall’associazione, dagli imprenditori e dalla Provincia” di Ferrara e chiedere quindi al Mibac se “non intenda attivarsi presso le amministrazioni competenti affinché venga fatta chiarezza sulla vicenda garantendo il rispetto delle normative vigenti nonché la sicurezza dei cittadini che accedono sia alle parti comuni sia alle attività insediate nell’area, così dissipando ogni possibile dubbio anche circa eventuali interessi diretti”.
“Per quanto più propriamente riferito alla competenza dei Beni culturali – ha risposto in sede di VII Commissione del Senato il sottosegretario Ilaria Borletti Dell’Acqua -, fa presente infatti che la competente Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici ha attivato, nel 2010, un’attenta istruttoria sul complesso degli edifici in parola, valutando sia le specifiche caratteristiche dei singoli fabbricati sia la caserma nel suo complesso”.
All’esito dell’istruttoria, è emerso che “l’immobile non presenta i requisiti di interesse culturale di cui agli articoli 10 e 12 Codice dei beni culturali e del paesaggio (che elencano i requisiti per essere “bene culturale”, ndr) in quanto l’edificio, nonostante la conservazione dell’impianto tipologico e di stilemi diffusi negli anni Trenta del XX secolo, è privo di un pregnante valore storico-artistico”. Un modo per dire che, dal momento che l’ex caserma non è un immobile di pregio, le domande vanno poste ad altri.
La prima firmataria dell’interrogazione, la senatrice Montevecchi, si è dichiarata parzialmente soddisfatta della risposta, “riconoscendo che la questione trattata afferisce più ad altre amministrazioni, alle quali si riserva comunque di sottoporre analoghi quesiti”.
La prossima interrogazione, fa sapere la Montevecchi, valuterà inoltre i nuovi fatti emersi nella vicenda. A partire dalla decisione della Provincia di togliere il bene (del valore di almeno tre milioni e mezzo di euro) dal piano delle alienazioni e di finanziare con 800mila euro (metà dei quali provenienti da fondi regionali) la ristrutturazione degli spazi interni di cui si doveva far carico l’associazione Grisù. “Stiamo approfondendo e verificando alcuni elementi – rivela la parlamentare – che potrebbero aprire un altro fronte sulla vicenda”.
La Montevecchi poi, nell’anticipare che “prossimamente mi recherò a Ferrara per visitare personalmente quegli spazi”, non risparmia una punzecchiatura a Franceschini che, in visita a Spazio Grisù, ne ha tessuto le lodi senza essere a conoscenza dei problemi legati al suo sviluppo. “Stupisce – afferma la senatrice – che il ministro non fosse nemmeno edotto della questione, giunta fino a noi a Roma, che riguarda uno spazio che tra l’altro sorge nella sua città. Speriamo che adesso si prenda a cuore la questione, anche se la risposta da scaricabarile ricevuta dal suo ministero non mi fa ben sperare. Noi sicuramente manterremo viva l’attenzione”.
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