
Gli avvocati di parte civile in Corte d’Assise di Appello
San Giuseppe. La Corte d’Assise di Appello di Bologna ha confermato la condanna in primo per l’omicidio di Luciano Spadari. Si è concluso in poche ore il secondo grado del processo contro Josif Marian Petru, il 29enne operaio rumeno arrestato nel settembre 2012 a Timisoara, dove si era rifugiato dopo aver ucciso a colpi di mazza da baseball il 74enne di San Giuseppe di Comacchio.
Era la notte del 4 maggio 2012 quando Spadari venne assassinato nel garage del vivaio della sua azienda, al civico 72 della Statale Romea, dove viveva da solo. Dopo l’omicidio Petru cercò di nascondere il cadavere, coprendolo con vasi di piante e tubi per l’irrigazione, nelle adiacenze di un ricovero di attrezzi agricoli. Lì lo troveranno la sera successiva i carabinieri, avvisati dai familiari preoccupati dal non avere più sue notizie. Dal marsupio erano sparite migliaia di euro.
Compiuto il delitto, Petru prese la Mercedes di proprietà di Spadari per dare inizio alla sua fuga dall’Italia, auto ritrovata in seguito a Codigoro e fermata precedentemente per un controllo dai carabinieri di Codigoro, ai quali il rumeno aveva fornito un ottimo alibi sul fatto che circolasse con la vettura della vittima e con chiazze di sangue sulla carrozzeria, tanto da non aver destato sospetti (aveva mostrato un biglietto da visita del vivaista e una ricevuta del veterinario che avrebbe giustificato la presenza di sangue attribuibile a un cane). Il controllo dei carabinieri di Codigoro risultò stato comunque preziosissimo per le indagini e per l’identificazione del 29enne, che si trovava in Italia da poco ed era appena stato assunto come operaio proprio nel vivaio di Spadari.
Ora la Corte, così come richiesto dal procuratore generale Palma, ha confermato i 31 anni comminati lo scorso 21 giugno in rito abbreviato (30 anni per l’omicidio, otto mesi per l’occultamento del cadavere e 4 mesi e 10 giorni per l’aggravante della crudeltà).
“Grande soddisfazione” è quella che esprime l’avvocato Giacomo Forlani a nome del collegio di parte civile (composto, oltre allo stesso Forlani, da Samuele Bellotti ed Elsa De’ Giusti in rappresentanza delle tre figlie di Spadari). “Non era scontato – prosegue Forlani – ottenere l’accoglimento in toto delle istanze del primo grado”.
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