Economia e Lavoro
13 Marzo 2014
L'assessore Marescotti serena: "Troveremo una mediazione". Anva: "Trattiamo ma siamo pronti al peggio"

“Piazza pulita”, spunta l’ipotesi del ricorso al Tar

di Mauro Alvoni | 4 min

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mercato venerdìLa “piazza pulita” voluta dalla Soprintendenza, in riferimento alle postazioni permanenti o semipermanenti degli ambulanti e di alcune distese in piazza Trento Trieste, sta sollevando un discreto polverone, nonostante siano in corso tutte le “operazioni” per giungere a una mediazione. La vicenda sollevata da Estense.com sulle indicazioni della Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici , che vorrebbe ‘liberare’ piazza Trento Trieste al termine dei lavori di riqualificazione, ha scatenato la reazione composta della categoria e dei diretti interessati, almeno cinque ambulanti e un paio di bar. Nello stesso tempo il Comune, che ha inoltrato la comunicazione agli esercenti in merito al procedimento di trasferimento posteggio e rinnovo strutture espositive, ha avviato un dialogo con la stessa Soprintendenza per trovare una soluzione di equililbrio fra le parti, tanto che il 20 marzo è già stato fissato un incontro durante il quale dovrebbero essere messe a punto le linee guida sull’estetica dei manufatti (tende e bancarelle, chioschi, coperture delle distese, etc.) per uniformarli all’immagine rinnovata della piazza.

Da parte sua l’assessore al Commerciuo e Attività Produttive, Deanna Marescotti, tende a rassicurare, parlando di una “lettera tranquilla” e non belligerante della Soprintendenza, almeno secondo il suo personale giudizio ed esperienza. Si riferisce, l’assessore, alla comunicazione che la stessa Soprintendenza ha inviato al Comune ponendo alcune prescrizioni sul nuovo assetto della piazza, tra postazioni degli ambulanti e distese dei bar, con indicazioni sugli spostamenti che si renderebbero opportuni. I commercianti tuttavia non sembrano altrettanto tranquilli: anche se al momento l’intenzione è quella di trattare per giungere a soluzioni il più possibile condivise, ai mali estremi non è escluso l’eventuale ricorso al Tar. “Oggi – spiega Luca Callegarini, segretario provinciale Anva Confesercenti – gli ambulanti in postazione fissa hanno una concessione di occupazione di suolo pubblico che scade nel 2018-19. Se non ci sono impedimenti specifici strutturali, ad esempio il posizionamento di un monumento, il Comune non può spostare la postazione. Se mi sposti perché sono “brutto”, allora riteniamo che possano esservi gli estremi per il ricorso al Tar. Chiaro che prima di arrivare a tanto cercheremo di mediare e cercare insieme soluzioni alternative, anche perché un ricorso al Tar è normalmente lungo e dispendioso”.

La categoria discuterà dell’argomento con i propri associati martedì prossimo (l’incontro era inizialmente previsto per oggi, giovedì 13 marzo) e alla riunione parteciperanno i diretti interessati, cioé cinque ambulanti e due bar (quelli del Teatro Nuovo e quello all’angolo con via San Romano), oltre ad altre attività che in futuro potrebbero essere interessate dalle nuove disposizioni. “Al momento – aggiunge infatti Callegarini – le indicazioni fanno riferimento alle strutture permanenti o semipermanenti, ma in seguito non escludiamo che il discorso di adeguamento dei manufatti non possa estendersi anche agli altri mercati temporanei che si svolgono nella piazza. Oltre al fatto che le prescrizioni della Soprintendenza si estendono alle distese dei bar di via Mazzini e via Bersaglieri del Po, visto il “desiderio” di mantenere una prospettiva il più possibile aperta sulla piazza. Ciò significa escludere la copertura delle distese, costringendo gli esercenti a utilizzare le stesse distese solo nel periodo estivo”.

Ci sarà insomma da discutere, e non poco, per trovare una soluzione che stia bene a tutti. Il sindaco Tiziano Tagliani conferma che il Comune è al lavoro per trovare una soluzione che salvaguardi gli ambulanti nel centro, considerandoli “un elemento qualificante”, sebbene vi sia anche “l’esigenza di riqualificare la piazza”. E come anticipato, l’assessore Marescotti si dice serena e fiduciosa. “E’ accaduto lo stesso con la riqualificazione di corso Martiri – sostiene la Marescotti – poi abbiamo trovato un punto di incontro. Nella lettera la Soprintendenza dice che qualcuno dovrà spostarsi e dà indicazioni sui luoghi, non troppo distanti: all’inizio di via Mazzini, nei pressi del Museo del Duomo e in via Contrari. Le distese saranno invece da modificare in base alle indicazioni che daranno. Indicazioni che noi stessi dovremmo valutare tenendo conto di viabilità, aree di sosta e zone carrabili, per poi avanzare le nostre proposte. Credo che alla fine non accadrà nulla di grave, se non una riqualificazione delle attività che alla fine non può che far bene agli stessi esercenti. Da parte della Soprintendenza c’è la volontà di discutere. Anche perché stiamo parlando di posti di lavoro e, ripeto, gli spostamenti sono tutti in zone limitrofe, non così drastiche e tali da liberare l’anelllo della piazza”.

Da vedere, tuttavia, quanto gli spostamenti indicati possano incidere su introiti e bilanci dei commercianti interessati. Come suggerisce Callegarini dell’Anva, in base alla propria esperienza e a quella di alcuni associati, anche piccoli spostamenti, in un’area come quella del centro storico, possono avere notevoli conseguenze. “Prendiamo l’esempio – spiega – della bancarella dei souvenir e di quella specifica categoria merceologica. Ora per via dei lavori si è spostata sul sagrato del duomo. Una postazione che facciamo pari a 100. Ebbene, se spostiamo la stessa attività sul listone già la rendita sarà 50, mentre diventa addirittura 20 se la mettiamo davanti al McDonald’s. Sono meccanismi delicati e con proprie dinamiche”.

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