di Elisa Fornasini
Lagosanto. “Mille passi nella storia” di Lagosanto per scoprire le trasformazioni dell’ormai millenaria comunità del territorio del Delta. Era questo il tema del convegno tenutosi stamattina a palazzo Bonacossi per presentare gli esiti degli studi che hanno coinvolto l’archivio storico comunale alla ricerca di antichi documenti e di preziose carte per ricostruire il passato in profondità filologica e storica.
“Non è una storia secondaria – annuncia in apertura il direttore dei musei d’Arte Antica e Storico Scientifici del Comune di Ferrara Angelo Andreotti – perché le storie locali raccontano anche la storia più ampia del territorio”. Che i trascorsi di una piccola comunità possano servire per comprendere dinamiche di paesi più grandi è anche il pensiero del sindaco di Lagosanto Manuel Masiero che si dice soddisfatto delle ricerche storiche “per capire cosa è stato, cosa è e cosa sarà Lagosanto”. Un duro lavoro sfociato nelle celebrazioni del 29 settembre dello scorso anno. “È stata una scelta forte per investimento di risorse – spiega il primo cittadino laghese – ma, grazie al sostegno di Area e di altri sponsor, siamo riusciti a festeggiare i mille anni con una giornata ricca di emozioni”.
Il secondo sbocco, per rimanere nel gergo dei canali che rappresentano il Làgh, è la pubblicazione da parte della Deputazione provinciale ferrarese storia patria degli atti di questo convegno “per ospitare le memorie della popolazione provinciale valorizzando la storia che la nostra provincia possiede”. A parlare è proprio il presidente della Deputazione Franco Cazzola che coglie l’occasione per leggere l’incipit del volume: “Sono passati mille anni da quando su una pergamena ormai perduta comparse il nome di Lagosanto, a cavallo tra i canali del territorio del Delta”.
Il riferimento è alla bolla emessa da papa Benedetto VIII il 6 luglio 1013 con cui donava il territorio all’abbazia di Pomposa. Questo privilegio pontificio, il cui originale è andato perduto ma di cui rimangono ancora alcune copie, è la prima attestazione ufficiale di Lagosanto e, soprattutto, dei confini della massa. Il territorio infatti è sempre stato oggetti di contesi da parte della chiesa di Ravenna e degli uomini di Comacchio. Nasce così il comune sotto la valle di Pomposa, un paese considerato povero e che “continuava a invocare l’estrema povertà per difendersi da Comacchio e dagli Estensi”. Una povertà dimostrata dai fatti del 1500, quando i laghesi non potevano permettersi un parroco fisso e la costruzione di una nuova chiesa.
Il territorio del Delta era fortemente caratterizzato dalla continua evoluzione a causa del cambio degli aspetti climatici, per cui urgeva l’intervento dell’uomo attraverso le bonifiche. I canali erano quindi una risorsa ma anche un problema da gestire, per cui un passaggio fondamentale è stata la formazione di un gruppo di famiglie che si autoregolavano per la gestione dei beni comuni. Nel momento in cui perdono le valli per la camera apostolica, la perdita di queste risorse ha aumentato la povertà. Le valli erano una risorsa che poteva essere affittata, e alla fine sono state guadagnate da Comacchio nel 1800 grazie all’accordo, il cosiddetto rogito Giletti, stipulato con la delegazione francese ai tempi di Napoleone. La comunità laghese ha intentato una causa nei confronti di Comacchio per riappropriarsi del suo spazio che si concluse nel 1927 in cui venne data ragione a Comacchio che continua a esserne l’unico legittimo proprietario.
Una storia difficile che spiega i dissapori tra Lagosanto e i suoi vicini, quindi, emersa in maniera più approfondita grazie a queste ricerche fortemente volute da Paola Ricci, sindaco di Lagosanto prematuramente scomparsa proprio nell’anno delle celebrazioni, alla quale sono dedicati gli atti di questo convegno a cui hanno preso parte anche Corinna Mezzetti (6 luglio 1013. La “massa” di Lagosanto in un privilegio pontificio a Pomposa), Silvia Superbi (L’“Insula” e il “Lacus”. Un profilo storico di Lagosanto nel Medioevo), Patrizia Luciani (L’archivio storico di Lagosanto), Angela Ghinato (Il governo di Lagosanto in età moderna: gli uomini della Magnifica Comunità), Matteo Provasi (“Extrema pauperitas et maxima miseria”. Spunti per una storia economica e sociale di Lagosanto in età moderna) e Giovanni Raminelli (Il censimento degli uomini di Lagosanto nel 1796). La nota più attuale del convegno, però, è data da una battuta di Cazzola in merito alla situazione sanitaria che coinvolge anche l’ospedale del Delta: “Bisogna combattere per i beni comuni, i laghesi si sono battuti per le valli mentre adesso lo fanno per l’ospedale”.
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