Eventi e cultura
12 Febbraio 2014
Viaggio alla scoperta del Secolo Breve cittadino

“Il Mito di Ferrara” nel Novecento estense

di Redazione | 2 min

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Funi San Giorgio e il DragoAlessandro Gulinati propone un breve ed intenso viaggio nel Novecento ferrarese, il “Secolo Breve” secondo la fortunata definizione di Eric Hobsbawm, occasione per riscoprire uno dei capolavori dell’arte ferrarese tra i meno conosciuti, il ciclo di affreschi di Achille Funi intitolato “Il Mito di Ferrara” nella Sala dell’Arengo di Palazzo Ducale.

Appuntamento e partenza giovedì 13 febbraio ore 15.30 presso il Volto del Cavallo. “Hanno abolito la storia dell’arte e noi aboliamo loro – afferma Gulinati -. Perché è certamente più facile abolire una cricca di politicanti corrotti che 3.000 anni di storia…vale in Italia, vale in Medio Oriente, vale ovunque le radici sian più solide delle patologie del quotidiano”. “‘Il Mito di Ferrara’ – continua Gulinati –  è una ricerca nuova, la ricerca del nostro recente passato rivolta in particolare al ‘900. Secolo Breve per antonomasia apertosi tra i bagliori dell’Ottobre russo riverberantesi nelle campagne e città padane, conclusosi in un effimero benessere materiale ma nella più profonda crisi di senso (ecologica e culturale) dopo quella lunga e sconvolgente del nostro ‘600. Insomma si parte alla scoperta de ‘Il Mito di Ferrara’, invenzione fascinosa ed antiretorica di Achille Funi nella Ferrara fascistissima degli anni ’30, per proseguire tra conflitti, rinascite, bonifiche e turismo in un percorso tutto da scrivere, io spero insieme alle cittadine e ai cittadini che non vogliono lasciarsi travolgere dai talk show televisivi e dalle spettacolari bugie di un potere esausto e dannoso. Noi, i cittadini onesti, siamo 100, 1.000, 10.000 volte più di loro ed insieme marciando a passo di danza per capolavori d’arte, paesaggi travolgenti, musei, chiese, archivi, biblioteche e tutto quanto ci serve per progredire ancora anche in quest’acido XXI secolo riusciremo ad affermare una cosa sola – conclude Gulinati -: l’uomo, la persona, la sua creatività, le relazioni sono infinitamente più importanti del denaro (convenzione astratta ed immateriale), del mercato, del Pil surreale indice convenzionale ed ideologico e del Fiscal Compact”.

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