Bondeno
12 Febbraio 2014
Daniele Biancardi con il suo lavoro di tesi magistrale ripercorre le scoperte storiche nel territorio

Carta archeologica, pietra angolare per il Bondenese

di Redazione | 3 min

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pilastri bondeno scaviBondeno. La carta archeologica di Bondeno è diventata realtà. Uno studio che ripercorre tutte le tappe di ricerca sul territorio matildeo, a partire dai suoi pionieri, e che ha consentito di censire oltre 400 siti di interesse storico e culturale. Il sindaco di Bondeno, Alan Fabbri, ha pubblicamente espresso la propria soddisfazione per la realizzazione dell’opera, presentata sabato scorso a casa Ariosto, a Stellata. Un documento prezioso, che mette in luce “un patrimonio storico che copre un arco temporale che va dalla preistoria sino all’epoca moderna. Faremo un’apposita convenzione per proseguire gli scavi di Pilastri, seguiti grazie alle nuove tecnologie da un pubblico vasto di appassionati, docenti e studenti. Da questo studio, si evince come proprio Pilastri, assieme a Gavello, siano due delle zone dove sono maggiormente concentrati i tesori di Bondeno”.

Daniele Biancardi è l’autore della carta archeologica, la quale costituisce il suo lavoro di tesi magistrale. Un lavoro che ripercorre tutte le tappe dell’archeologia locale: dagli studi di monsignor Guerrino Ferraresi, negli anni ’50; ma ancora prima, alla fine dell’ottocento, il dottor Antonio Bottoni scriveva in merito ai ritrovamenti archeologici a Bondeno. Le prime scoperte importanti sono il “tesoretto di denari di Carlo Magno” del 1896, poi la necropoli romana di Stellata del 1921-22, la stele funeraria dei veterani romani di Settepolesini, quindi la terramara di Pilastri e, infine, l’importantissimo ritrovamento paleontologico dell’Oasi di Settepolesini.

“Le zone del territorio comunale sono tutte interessanti e ricche di ritrovamenti – aggiunge Daniele Biancardi, presidente del gruppo archeologico –. Per la terramara di Pilastri si procederà nei prossimi tre anni con una convenzione fra il Comune, la soprintendenza archeologica e il gruppo archeologico di Bondeno. Per le altre zone ci muoveremo come al solito, e cioè controllando e vigilando che non vi siano scavi abusivi e con le ricerche di superficie soprattutto dopo le arature, per verificare eventuali affioramenti di reperti. Nella mia carta – avverte Biancardi – compaiono tutti i ritrovamenti effettuati nel centro di Bondeno nel corso degli anni”. L’uscita di questa carta archeologica sarà un po’ la pietra angolare dei futuri studi del territorio: quali saranno, ai fini della ricerca, i prossimi passi? “Nel 1963 si conoscevano circa 40 siti, nel 1987 circa 130 siti, nel 2008 circa 350 e ora siamo a 415 siti schedati. Il prossimo passo potrebbe essere la pubblicazione della carta archeologica e fare alcuni saggi di scavo nella zona di Salvatonica, per cercare la strada romana ‘Ab Hostilia per Padum’ che passava di lì. Poi pensare ad un progetto di valorizzazione economica della terramara di Pilastri, magari con un marchio per i prodotti locali come il melone e un centro dove fare archeologia sperimentale con un totale valenza didattica per le scuole, le famiglie e gli appassionati di storia”.

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