
Un’opera di Gerardo Dottori
E’ stata inaugurata ufficialmente ieri, venerdì 7 febbraio, negli spazi della Galleria Russo di Roma, dopo la vernice del giorno precedente alla presenza del sindaco di Roma, Ignazio Marino, la mostra “Gerardo Dottori. Brani di Futurismo del Maestro dell’Aeropittura”, a cura di Massimo Duranti, con testi in catalogo di Lorenzo Canova, Andrea Baffoni e Roberto Floreani ed il patrocinio del Comune di Roma.
Presentata in anteprima alla recente edizione appena conclusa di ArteFiera di Bologna con ottimo successo di pubblico e critica, l’esposizione conta più di 80 opere di Gerardo Dottori – alcune, per l’appunto ammirate a Bologna – eseguite in un arco temporale che va dalla fine dell’800 al 1976 e che contempla opere figurative del periodo pre-futurista, parolibere, dipinti e idromatite della stagione futurista, dipinti, disegni (bozzetti di opere storiche) della stagione aeropittorica, “brani” di arte sacra futurista, rappresentazioni del “Nuovo paesaggio moderno” fino alle ultime illustrazioni. Numerose, in particolare, le opere inedite o non più esposte da lungo tempo. Fra queste gli inediti Virata su fiumi, lago, mare del 1934 e Notturno del 1925. Dopo più di cinquanta anni si potrà di nuovo ammirare Elevazione del 1945, un grande dipinto di pura spiritualità artistica. Fra le opere su carta, il precocissimo carboncino del paesaggio montano della guerra Sintesi di montagne del 1919 e il prezioso bozzetto della parte centrale del Trittico della velocità del 1925. Senza dimenticare tre rarissime parolibere redatte durante la Prima guerra mondiale.
Con queste parole il curatore Massimo Durante descrive la mostra: “E allora, non si possono non sottolineare alcuni brani dell’ottantina di opere esposte. A partire da I superstiti, unica parte disponibile del Trittico degli alberi del 1909-10, di grande qualità tonale, episodio fondamentale del simbolismo dottoriano, “fondato su intenzioni di sintesi simbolica, e distante da interessi rappresentativi, o invece puramente astratti” come scriveva Crispolti già nel 1974. E poi la pressoché sconosciuta, bellissima Fanciulla che legge del 1908; il naturalista Paesaggio con pagliai dei primi Dieci, e ancora l’accennata serie di rarissimi e poco noti disegni pre-futuristi e l’altrettanto già citata serie di ritratti maschili e femminili e di caricature, che ci presentano un Dottori ineditamente arguto, che si protraggono fino ai Venti. In questo ambito abbiamo collocato anche tre rarissime cartoline postali di guerra che Dottori indirizzò alla sorella Bianca dove illustra con disegni a inchiostro la vita in guerra fra il 1915 e il 1916.
E in guerra scrisse “Parole in libertà”, il nuovo modo di scrivere poesia senza punteggiatura, nell’essenzialità dei termini, alcune sui temi, ovviamente, della guerra, altre sul valore assoluto della “poesia” i cui originali sono presenti, eccezionalmente, in questa mostra. Quanto alle opere, documentano la stagione dottoriana un po’ misconosciuta e, per certi versi, negata, di appartenenza al “Primo Futurismo” un gruppo significativo di lavori: da Tocchi-campana-notte del 1915 a Esplosione del 1916-17, traduzioni pittoriche di sensazioni visive e uditive proprie del linguaggio futurista, colte in guerra, come anche Sintesi di montagne che restituisce l’ambiente di guerra, ma anche Forme astratte che risente della lezione di Balla. A corredo un cospicuo gruppo di disegni con studi, fra cui il rarissimo e preziosissimo Studio per Trittico della velocità – La corsa del 1925, – il cui dipinto è attualmente, come detto, al Guggenheim di New York per la grande mostra futurista -, che rivela la grande capacità di sintesi compositiva nella individuazione del dinamismo della macchina che penetra in profondità il paesaggio dischiudentesi letteralmente nei suoi elementi di natura e architettonici.
Ricchissima la sezione dedicata all’Aeropittura a partire dai volti inscritti nel paesaggio umbro, in scenari immaginifici come nelle due aeropitture del 1927 e 1932 Esplosione dell’isola (con relativo bozzetto a idromatita) e Aeropaesaggio, quest’ultimo originalissimo perché ci restituisce una visione molto dall’alto che smaterializza e sintetizza ogni cosa rendendoci una visione spiritualizzata, mentre l’esplosione dell’isola coniuga la sensazione uditivo-visiva dell’esplosione del 1916 con la visione aeropittorica di un’isola simbolica dove si manifesta la forza sotterranea della natura.
Sintetica, ma efficace la sezione del “Nuovo paesaggio moderno” che contraddistingue, dopo il 1944, data della conclusione storica del Futurismo con la morte di Marinetti, lo stemperamento degli eccessi aeropittorici distendendosi la pittura in visioni puramente liriche del paesaggio sempre più idealizzato, ma a volte reale, come nell’inedito Porto Venere del 1958. E infine l’Astrazione del 1976 dove l’artista vaga confusamente nella memoria dei dinamismi della natura”.
Una panoramica di ampio respiro e qualità che illustra la poetica di Gerardo Dottori e nel contempo testimonia la prolifica e varia attività del celebre futurista e maestro dell’Aeropittura.
L’esposizione è organizzata dalla Galleria Russo, in collaborazione con gli Archivi Gerardo Dottori (Perugia) e si inserisce nel percorso ormai storico della Galleria, che da oltre vent’anni si dedica in ideale prosecuzione del centenario del Futurismo, alla valorizzazione dei grandi artisti del novecento italiano e segue, in ordine di tempo, le monografiche già dedicate ai grandi protagonisti proprio del Futurismo: Filippo Tommaso Marinetti (2013), Giacomo Balla (2010), Umberto Boccioni (2000), Carlo Erba (2013), Mino delle Site (2008).
GB Enigma di Gianni Bulgari, per questo evento, espone nella boutique GB ENIGMA di Via Margutta, una piccola e preziosa sezione di opere facenti parte della mostra che dialogherà con alcuni importanti gioielli della collezione GB Enigma ispirati al Movimento Futurista.
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