Lui accusa il prete di atti di pedofilia sul figlio. Il sacerdote lo denuncia per minacce, estorsione e stalking. Finirà a processo il contenzioso legale tra un uomo di 35 anni di nazionalità straniera e un parroco che si difende sostenendo si tratti di una macchinazione per rimanere in Italia nonostante lo stato di clandestinità.
La vicenda ha inizio nel 2010, quando la famiglia giunge in un paese della provincia ferrarese e viene ospitata dal don, 60 anni, che offre loro vitto e alloggio. Ben presto la convivenza inizia a stare stretta e il prete invita la famiglia ad andarsene. Il 35enne non la vede allo stesso modo e ne nasce una causa civile che darà ragione al sacerdote. La famiglia – marito, moglie e due figli piccoli – però non trasloca nemmeno dopo la sentenza di occupazione abusiva dell’appartamento. Intanto parte la denuncia per violenza sessuale ai danni del bambino della coppia, di pochi anni. Si parla di particolari attenzioni ricevute dal minore durante una festa di compleanno. In più lo straniero. assistito dall’avvocato Giovanni Montalto, deposita un’altra denuncia contro il prete. Questa volta per truffa: con raggiri gli avrebbe sottratto 43mila euro.
Su questo fronte il pm Ciro Alberto Savino ha chiesto il rinvio a giudizio del don. Si attende ora l’udienza davanti al gup per decidere tra proscioglimento o processo.
La denuncia per minacce, estorsione e stalking (il prete sostiene di essere stato minacciato dal suo ospite: se mi sfratti di denuncio per pedofilia) invece si è stoppata di fronte alla richiesta di archiviazione della procura. Su questo fronte l’avvocato Maruzzi ha fatto opposizione e il passo successivo sarà il vaglio del gup, che deciderà in base alle prove a disposizione se accogliere l’archiviazione o rinviare gli atti al pm per ulteriori indagini.
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