Argenta
30 Gennaio 2014
Palpeggiò ragazza sul lettino, pena (sospesa) di due anni

Dentista condannato per violenza sessuale

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.phpArgenta. Condannato a due anni per violenza sessuale di lieve entità con pena sospesa. È il verdetto arrivato ieri pomeriggio dall’aula B del tribunale di Ferrara per un professionista di Argenta.

Ad accusare Bruno Monti, dentista con 35 anni di esperienza alle spalle, è una ragazza, sua ex paziente. L’episodio contestato risale al 9 dicembre del 2010. Intorno alle 16 si presenta la paziente, una ragazza che aveva all’epoca 22 anni. Contemporaneamente nella stanza di fianco viene fatto accomodare anche un secondo cliente, seguito dalla moglie, anche lei impiegata nello studio come igienista dentale.

Mentre l’imputato sta controllando la ragazza, a un certo punto, le sposta la pettorina, le tocca un seno e la zona inguinale. Volano delle frasi, che i testimoni dicono di non aver sentito e la 22enne lascia l’ambulatorio per correre a casa. I genitori diranno di averla trovata sconvolta. Al racconto della figlia i due si precipitano del dottore per chiedere spiegazioni. Questi ha cercato di giustificarsi dicendo che aveva semplicemente cercato di scrollarle le spalle perché la paziente aveva paura dei ferri. Un modo (il “metodo Rossi” dirà in udienza) per riportarla alla calma.

La spiegazione non convince i genitori, che si recano dai carabinieri per sporgere denuncia. Da qui il processo per violenza sessuale (l’art. 609 bis, che contempla il fatto di lieve entità). Ieri in tribunale si è chiusa l’istruttoria dopo aver sentito i genitori, la sorella della persona offesa, la stessa vittima, il paziente che si trovava nel laboratorio di fianco, la moglie del medico.

In sede di discussione la difesa, rappresentata dall’avvocato Andrea Toschi, ha fatto notare che una porta dell’ambulatorio del medico è sempre aperta e dà sullo studio confinate, dove stava operando la moglie, che giura di non aver visto né sentito nulla. Il tutto, secondo la versione dell’imputato, sarebbe stato causato da un fraintendimento. Una battuta, magari un po’ spinta, mal percepita.

“Ce ne passa tra un incolpevole sfioramento da parte di chi sta sistemando una pettorina e un palpeggiamento vero e proprio” è stata la risposta indiretta arrivata dalla persona offesa sentita dal collegio dei giudici. “Ero abituata alle battute – ha aggiunto -, ma in quel caso sono rimasta basita”.

“Dichiarazioni precise, coerenti, costanti, credibili e scevre da ogni enfatizzazione” secondo il pm Longhi, che ha sostenuto l’attendibilità della ragazza, chiedendo al tribunale la condanna alla pena di due anni.

Richiesta accolta, dopo diverse ore di camera di consiglio, dal giudice collegiale.

“Aspetteremo le motivazioni della sentenza (attese tra 90 giorni, ndr) per ridiscutere su quanto percepito dalla paziente”, commenta l’avvocato Toschi, che ribadisce la linea secondo cui “alla base della vicenda c’è un grande equivoco”.

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