Comacchio
11 Gennaio 2014
Comacchio chiama a raccolta tutte le forze del territorio del Delta. Manifestazione il 18 gennaio

San Camillo, ora la protesta si allarga

di Mauro Alvoni | 8 min

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ippComacchio. La protesta contro la chiusura del pronto soccorso e la trasformazione del San Camillo in casa della Salute si allarga. Comacchio chiama a raccolta politici, istituzioni, società civile e cittadini contro quello che il sindaco Marco Fabbri definisce un “blitz” antidemocratico attuato due giorni fa dall’Azienda Usl utilizzando – e qui il primo cittadino usa volutamente a più riprese un termine forte – “un metodo criminale”, in quanto “la sospensione di un servizio essenziale è avvenuta dall’oggi al domani senza un’adeguata informazione alle istituzioni e, soprattutto, ai cittadini”.

Non è stata accantonata, dunque, l’ipotesi di presentare un esposto alla procura per interruzione di pubblico servizio, che Fabbri assicura “si farà non appena avremo raccolto la documentazione necessaria”, ma nello stesso tempo, nella riunione di ieri sera del coordinamento di tutti i partiti politici comacchiesi, si è definito un percorso comune che ha come fine la salvaguardia dell’ospedale e dei suoi servizi essenziali, allargando la battaglia sulla sanità all’intero territorio del Delta e alle sue strutture, con il contributo non solo delle forze politiche, ma anche di quelle istituzionali, della società civile e dei cittadini dell’intero territorio.

Un percorso che partirà dalla richiesta di sospendere tutta la riorganizzazione e revisione dei servizi sanitari sia a Comacchio che all’ospedale del Delta, per potere, a bocce ferme, riaprire una trattativa riguardante il futuro dei due nosocomi e di un territorio “massacrato” che sta perdendo pezzi importanti anche in termini di turismo, economia e occupazione. E a supporto di tale richiesta è già stata indetta una pubblica manifestazione a Comacchio, sabato 18 gennaio alle ore 15, con successivo consiglio straordinario alle ore 17. “Chiediamo – ha ribadito questa mattina il sindaco nel corso di una conferenza stampa convocata d’urgenza – di fermare la riorganizzazione anche per permettere a chi occupa da più di 80 giorni il San Camillo (la Consulta Popolare, ndr) di poter interrompere il presidio”.

Sulla spinosa questione sembra stia nascendo una nuova unità d’intenti fra le forze politiche e della società, a partire dalla riunione di ieri alla quale, oltre ai partiti politici di Comacchio – compreso il Pd, che era stato accusato di non essersi interessato della vicenda – hanno partecipato rappresentanti della Consulta Popolare San Camillo e del Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta, nonché consiglieri delle forze di minoranza dei Comuni del Basso Ferrarese.

L’improvvisa chiusura del pronto soccorso del San Camillo, con la successiva azione dimostrativa del portavoce della Consulta Popolare, Manrico Mezzogori, rimasto vittima di un incidente che poteva avere conseguenze gravi, ha insomma scosso le coscienze di molti, tanto che forse per la prima volta proprio la Consulta si sta ritrovando a non essere più sola nella propria battaglia, circostanza sottolineata anche da Nicola Zagatti e Giorgio Franchi del Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta: “Ssiamo con la Consulta Popolare per il San Camillo e da ora ci sarà perfetta aderenza tra le due organizzazioni”.

Il cosiddetto “metodo criminale” evocato da Fabbri (terminologia rispetto alla quale la segretaria del Pd comacchiese, Francesca Felletti, ha inteso dissociarsi non approvando la violenza verbale pur condividendo il percorso da intraprendere assieme) è stato meglio descritto dallo stesso primo cittadino: “I fatti di due giorni fa sono gravissimi – ha detto – in quanto la determinazione dell’Ausl rispetto al ‘blitz’ è stata assunta in fretta e furia senza adeguata informazione all’Amministrazione e alla comunità. Abbiamo verificato che l’Ausl, infatti, ha adottato la delibera la vigilia di Natale senza darne comunicazione. Il modo con cui siamo stati informati successivamente ha dell’incredibile: l’informazione che il pronto soccorso sarebbe stato chiuso alle ore 14 dell’8 gennaio è arrivata il giorno stesso sulla nostra casella di posta elettronica certificata alle 14.03. E’ un fatto che deve far pensare tutti: se questo metodo passa a Comacchio è facile che poi si possa estendere a tutti i territori”. Un tempo quantomeno “non congruo”, dunque. La condanna del metodo adottato, come aggiunto dal sindaco, vale anche per altre situazioni simili. Il riferimento è all’ambulanza che avrebbe dovuto essere presente in ospedale dopo la chiusura del pronto soccorso, trasferita invece presso la caserma dei vigili del fuoco sulla Romea:  “L’Azienda Usl – ha riferito Fabbri – ha addossato la colpa a problemi di pubblica sicurezza, che riteniamo infondati. Le proteste dalla Consulta Popolare si sono svolte sempre in maniera pacifica”.

ippL’appello del sindaco e delle forze politiche è rivolto come monito anche alla cittadinanza affinché si faccia anch’essa carico della cosa pubblica e sostenga l’iniziativa a partire dalla manifestazione di sabato 18, e alle forze economiche e alle loro associazioni perché prendano posizione “rispetto a un problema che ha ripercussioni indubbie sullo sviluppo del territorio”.

Manrico Mezzogori, che ieri non ha potuto partecipare alla riunione in quanto accusa ancora qualche acciacco dopo l’incidente dell’altro giorno, si è detto soddisfatto di questa reazione di Comacchio e dei territori limitrofi. “Mi dicono che ci saranno esposti e iniziative anche da parte di consiglieri regionali e anche a livello nazionale – ha riferito – perché un fatto simile e di tale prepotenza, sovvertendo le prassi istituzionali, non è mai avvenuto finora”. Se la richiesta di sospendere la riorganizzazione sanitaria a Comacchio dovesse essere accolta, Mezzogori assicura che la Consulta Popolare sospenderà a sua volta il presidio in corso. Ma a una condizione: “Lo faremo se avremo garanzie, ma non dai soliti politicanti, bensì dal prefetto. Solo a quel punto interromperemo la vigilanza sull’ospedale”.

Intanto, dopo quanto avvenuto con la sospensione del pronto soccorso, l’Azienda Usl interviene per voce del direttore di distretto Sandro Guerra e del direttore del dipartimento di Emergenza Erminio Righini, precisando, innanzitutto, che si trata di una “temporanea inattivazione” del servizio, che verrà riaperto nei mesi estivi. I due dirigenti ripercorrono i punti fondamentali della riorganizzazione del San Camillo e difendono il progetto “completamente in linea con le nuove direttive regionali che prevedono una chiara diversificazione delle struttura sanitarie organizzate in rete”, grazie al quale “si prospetta un “vero futuro” per il S. Camillo e non solo una bandiera per chi, attualmente bloccando la riorganizzazione, può invece essere coprotagonista della trasformazione e della sua rinascita”. “Partendo dall’ingresso della Medicina di Gruppo – riferiscono Guerra e Righini – in ottobre 2013 negli spazi inutilizzati dell’ex Rsa, si è fornito un servizio utilissimo alla popolazione che vede medici ed infermieri lavorare insieme garantendo assistenza continuativa 8 ore al giorno. Mai come in questi due mesi si sono visti tanti utenti al secondo piano del S. Camillo. L’attivazione dell’ambulatorio di nucleo permetterebbe anche agli altri nove medici di medicina generale (MMG) delle Rete di utilizzare la struttura in collaborazione con il personale infermieristico e garantire l’assistenza per 12 ore al giorno, supportati dai medici di continuità assistenziale che operano in quella struttura nei prefestivi, festivi e di notte. L’attivazione – non consentita dall’occupazione dell’Ospedale – della Pediatria di Gruppo con quattro pediatri che assistono circa 3.000 bambini di Comacchio, negli spazi adiacenti alla Medicina di Gruppo, con personale infermieristico a supporto, integrato grazie ad un coordinamento forte con gli altri medici e gli specialisti del poliambulatorio, permetterebbe una presa in carico degli utenti in tempi brevi e certi, grazie anche alla collaborazione del Punto di Accoglienza Infermieristico (PDA), che lavora facilitando i percorsi sanitari. In questo modo si darebbe vita ad uno dei poli di Medicina Primaria più grandi ed organizzati della provincia”. Il terzo piano poi, sempre secondo i due dirigenti, dovrebbe vedere il completo ritorno del Dipartimento di Sanità Pubblica trasferito da Migliarino, con tutte le sue funzioni compresa quella di Veterinaria, mentre il trasferimento al polo materno-infantile di alcune importanti funzioni della neuropsichiatria infantile a completamento di quello che è già attivo “ottimizza la presa in carico dei minori con problematiche, in collaborazione con i pediatri e i medici di medicina generale”.

“Questa rete di servizi – proseguono Guerra e Righini – permetterebbe di collocare in una parte del S. Camillo una “Casa della Salute Grande” pilastro di ogni Ospedale di Comunità: a tutti gli effetti i posti letto rimarrebbero sanitari per cui non si applica il pagamento della quota alberghiera; gradualmente quei posti letto di LPA verrebbero trasformati in posti letto a gestione del medico di medicina generale, supportato naturalmente da specialisti internisti e geriatri, per tutte quelle necessità di ricovero che vedono inappropriato il ricovero in ospedali per acuti e risulta rischiosa l’assistenza al domicilio. Utilizzerebbero questi posti tutti quegli anziani con patologia cronica che necessitano di un supporto terapeutico e riabilitativo temporaneo (media 15 gg, fino ad un massimo di 30 giorni), quegli anziani con dimissioni difficili dagli ospedali per acuti che non possono tornare a domicilio subito. Ma anche minori che necessitano di terapie prolungate da parte del proprio Pediatra, possono essere assistiti in questi letti. In questo modo l’Ospedale di Comunità di Comacchio entrerebbe a pieno diritto nella rete dei servizi sanitari della provincia, assistendo realmente i cittadini di quel territorio con attività sanitarie concrete”.

Poi le rassicurazioni sulla sicurezza dei cittadini dopo la sospensione del pronto soccorso, “garantita dalla contemporanea presenza, in quella sede, di due mezzi medicalizzati: segnatamente l’auto medica e l’ambulanza medicalizzata a partenza dall’Ospedale del Delta, di un’ambulanza con personale infermieristico dell’azienda e di un’ambulanza con convenzionata con autisti soccorritori di Comacchio Soccorso”. “A ulteriore tutela dei cittadini è tutt’ora temporaneamente presente un’ambulanza medicalizzata nelle 24 ore, a partenza dall’Ospedale del Delta, in aggiunta alla rete precedentemente descritta. A 48 ore dalla chiusura del Punto di Primo Intervento di Comacchio risulta che il numero di utenti che si sono presentati  è stato estremamente basso e tutti sono stati indirizzati alle strutture competenti”. Il fatto che l’ambulanza infermieristica sia attualmente ospitata presso la Stazione dei Vigili del Fuoco, concludono i due medici, è una soluzione temporanea anch’essa adottata addossando la responsabilità al presidio della Consulta in corso: “recupererà la sua originaria collocazione nella camera calda del S. Camillo – assicurano – non appena il personale sanitario avrà percezione di poter operare in un ambiente sicuro e tranquillo, così come richiesto dal compito impegnativo e delicato cui è chiamato”.

Una lunga e dettagliata precisazione, quella dell’Azienda Usl, che non contiene tuttavia alcuna spiegazione riguardo all’informazione ad amministratori e cittadini della chiusura del servizio e alla tempistica adottata.

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