Cronaca
18 Dicembre 2013
Dopo l’addio di Maida prosegue con tecniche all’avanguardia

Neurochirurgia è ancora un fiore all’occhiello

di Redazione | 2 min

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Pasquale De Bonis

Pasquale De Bonis

Un anno fa il neurochirurgo Giuseppe Maida abbandonava il Sant’Anna, compiendo una scelta di cui si sarebbe discusso a lungo. Oggi il direttore generale dell’azienda Gabriele Rinaldi, quello della Neurochirurgia Alessandro Cavallo e Pasquale De Bonis, medico arrivato in reparto per ultimo, dopo l’addio di Maida, tengono una conferenza per ricordare che l’attività continua. E non solo.

“Qualcuno metteva in discussione la nostra capacità di lavorare e addirittura la nostra stessa esistenza: adesso vi mostriamo quello che stavano facendo” introduce subito Rinaldi. “La Neurochirurgia esiste e sta bene, nonostante le voci fantasiose messe in giro da chissà chi anche presso altri ospedali, voci che parlava addirittura di chiusure – ribadisce Cavallo –. Stiamo dando spazio alle persone che hanno voglia di fare, spesso le più giovani”. “Non ci siamo mai fermati, anche se le voci erano diverse” insiste De Bonis.

Ci tengono a sottolineare in particolare l’utilizzo di tecniche operatorie moderne e mininvasive. “Vi ricorriamo ad esempio per approcciarci al rachide, sia cervicale sia lombare – spiega De Bonis –. Arrivare alla colonna con le tecniche tradizionali comporta tempi lunghi, perdite di sangue, un traumatismo dei tessuti invalidante per alcuni giorni e un consumo di farmaci importante. Con le mininvasive invece si ha un traumatismo minimo, il dolore è quasi azzerato e il giorno dopo è possibile alzarsi”.

Cavallo da parte sua ricorda che “siamo uno dei due centri in tutta Italia a curare la distonia”, in un reparto che conta “seicento interventi l’anno: almeno centocinquanta sono legati a patologie della colonna, e duecentocinquanta in craniotomia, di cui ormai il 15% da svegli”, un’altra delle innovazioni rivendicate dal primario. “I nostri pazienti – concludono i direttori – arrivano qui anche da altre regioni”.

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