Comacchio
12 Dicembre 2013
Fabbri abbandona l'incontro in prefettura. Mezzogori: "Ci ascolti o rovesciamo il Consiglio". Oggi vertice sanitario

Bufera sul San Camillo, Consulta pronta alla lotta

di Mauro Alvoni | 5 min

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san camillo protesta aslIl sindaco e la delegazione di giunta di Comacchio abbandonano la riunione in prefettura sulla riconversione dell’ospedale San Camillo, dopo le divergenze che sono emerse durante l’incontro con il direttore generale Ausl, Paolo Saltari, alla presenza del prefetto e della presidente della Provincia. E la Consulta Popolare San Camillo, per bocca di Manrico Mezzogori, ora minaccia di boicottare il consiglio comunale di Comacchio e dichiara battaglia, annunciando la propria presenza oggi alla Conferenza territoriale socio-sanitaria.

Giornata calda, quella di ieri sul San Camillo, per una situazione che rischia di diventare bollente nelle prossime ore. Le divergenze che si sono manifestate ieri nell’incontro istituzionale in prefettura vanno dal periodo di apertura del Punto di primo intervento all’interno del nosocomio comacchiese fino alle soluzioni logistiche sulla collocazione delle attività di medicina di gruppo, pediatria di gruppo e sanità pubblica. Una riunione che era stata concordata nel precedente incontro del 3 novembre dal quale già erano emersi scarsi spiragli sulla possibilità di rivedere il piano di riorganizzazione provinciale, ma particolarmente attesa dopo le polemiche sorte fra gli attivisti della Consulta Popolare San Camillo e lo stesso sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, e soprattutto per la distanza temporale così ravvicinata con la Conferenza territoriale socio-sanitaria, prevista per oggi giovedì 12 dicembre.

Sugli esiti dell’incontro – che la Consulta ha già sconfessato, dichiarando di non riconoscerne la validità dopo l’esclusione della stessa da ogni incontro istituzionale – lo stesso sindaco Fabbri ha fatto sapere di non voler rilasciare dichiarazioni o comunicati prima della Conferenza socio-sanitaria convocata per le 17 di oggi, ma un comunicato è stato tuttavia emanato dalla prefettura. In sostanza, dopo la presa d’atto delle parti della programmazione approvata in sede di Conferenza socio-sanitaria del giugno 2013, Saltari ha prodotto “una circostanziata relazione in risposta agli otto punti sui quali i vertici del Comune di Comacchio avevano chiesto chiarimenti”. “Dall’analisi del documento – si legge nel comunicato – è emersa una sostanziale condivisione di alcune delle proposte avanzate dall’amministrazione comunale”.

E’ stato innanzitutto “confermato il mantenimento del concetto di rete integrata dei servizi sanitari del San Camillo con quelli dell’Ospedale del Delta”, ma una conferma arriva anche rispetto al “mantenimento del Punto di primo intervento all’interno del nosocomio comacchiese”. Non vi è stata però condivisione sul periodo di apertura, “in quanto l’Azienda ha ritenuto opportuno assicurare il servizio durante i mesi di maggiore afflusso di utenti al punto di primo soccorso che, statistiche alla mano, sono quelli che vanno dal 1° giugno al 15 settembre dell’ultimo triennio”. I dati sono stati snocciolati dall’Azienda Usl nel corso della riunione (accessi al pronto soccorso di Comacchio nel 2013): in aprile 681, inmaggio 794, in giugno 1115, in luglio 1601, in agosto 1799 e in settembre 797. “E’ pertanto evidente – è riportato ancora nel comunicato – che, anche per una ragione di costi, il servizio non può essere attivato anche nei mesi di aprile e maggio, così come richiesto. Verrà comunque garantita la presenza dell’autoambulanza, con infermiere ed autista soccorritore, e della continuità assistenziale (guardia medica). Quest’ultima nelle fasce orarie previste per questo servizio”.

E’ questo il primo punto fondamentale sul quale la Consulta Popolare non aveva intenzione di fare sconti e rispetto al quale il sindaco e la delegazione comunale di Comacchio ha trovato un muro. Il secondo nodo della discordia riguarda invece l’attività diagnostica e polispecialistica, rispetto alla quale l’Azienda Usl ha comunque confermato il loro mantenimento. E qui il comunicato diventa criptico, riferendo di “divergenze per quanto riguarda le soluzioni logistiche proposte dall’amministrazione comunale sulla collocazione delle attività di medicina di gruppo, pediatria di gruppo e sanità pubblica”, senza entrare nello specifico delle proposte. “Una posizione, questa – aggiunge la nota della prefettura – che l’Azienda ha spiegato non essere attuabile per ragioni tecniche, puntualmente individuate nel documento di approfondimento predisposto dall’Asl e consegnato in data odierna. Infatti, gli spazi indicati dal Comune di Comacchio risultano essere non dimensionalmente adeguati né, quindi, pienamente accessibili da parte dell’utenza”. Ed è a questo punto, viste le divergenze, che “il Sindaco e la delegazione di Giunta hanno ritenuto di abbandonare la riunione”. “Nonostante ciò i vertici dell’Azienda Usl – conclude il comunicato – hanno ribadito la loro piena disponibilità a fornire al tavolo ogni eventuale, ulteriore chiarimento sulle questioni ancora aperte, in uno spirito di reciproca e leale collaborazione interistituzionale”.

Sull’incontro, che viene definito come “l’ennesimo inciucio”, si abbattono gli strali della Consulta Popolare San Camillo e del suo leader Manrico Mezzogori. “A quanto pare il risultato dell’incontro è fallimentare – commenta Mezzogori – e anche la presunta “apertura” alla rete integrata San Camillo-Ospedale del Delta sono solo parole che non dicono niente, quando tutto il progetto Ausl va in realtà contro l’integrazione”. “E cosa riguarderebbe – si chiede Mezzogori – la proposta logistica dell’amministrazione sulla diagnostica e polispecialistica? Il sindaco doveva portare avanti il progetto che era stato elaborato in Commissione Sanitaria sulla rimodulazione del San Camillo, non inventarsi altre cose”. Totale disaccordo della Consulta, poi, sulla decisione di mantenere il Punto di primo intervento solo da giugno al 15 settembre sulla base dei dati di accesso: “Quei dati Saltari non li conosce nemmeno – incalza Mezzogori – e un’apertura stagionale che abbia una parvenza di serietà va fatta su sei mesi, comunque non sul criterio dei dati di accesso. Per lo stesso motivo perché allora non tenerlo aperto solo in agosto, visto che è il mese che registra i maggiori accessi”.

La conclusione è che dopo 52 giorni di presidio del San Camillo, gli attivisti della Consulta, di fronte a risultati che giudicano quantomeno insoddisfacenti, hanno intenzione di alzare l’asticella della loro battaglia. E’ ancora Mezzogori a puntare il dito verso il sindaco Fabbri e ad annunciare iniziative: “D’ora in poi sarà solo lui il nostro referente. A lui presenteremo la nostra piattaforma e dovrà ascoltarci e sostenerla. Se così non sarà gli rovesceremo il Consiglio comunale, non glielo faremo più fare, come è già avvenuto 13 anni fa, perché se non è in grado di fare il sindaco è meglio che se ne torni a casa. Imporremo noi le nostre proposte e le presenteremo noi ai politici”.

Intanto la Consulta, come detto, ha annunciato la propria presenza alla Conferenza socio-sanitaria di oggi. “Non provino – avverte Mezzogori – a lasciarci fuori tirando in ballo norme inesistenti del regolamento. Il regolamento dice che la Conferenza è pubblica, aperta ai cittadini, esattamente come un Consiglio comunale. E noi siamo cittadini interessati”.

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