di Marcello Celeghini
Scontro totale o possibilità di dialogo tra Massoneria e Chiese? E, più in generale, come si rapporta il mondo massonico con il dogmatismo religioso? Queste domande sono state al centro dell’incontro pubblico, dal titolo “Massoneria e tolleranza religiosa”, ultimo dei tre organizzati dalla loggia massonica ferrarese ‘Giordano Bruno’ per celebrare il 40° anniversario dalla fondazione. Il professor Antonio Panaino storico, orientalista dell’Università di Bologna e direttore di “Hiram”, la più autorevole rivista massonica italiana, ha ripercorso la storia e mostrato cos’è oggi la ‘Libera Muratoria’.
La ‘Libera Muratoria’ viene regolarizzata per la prima volta in Inghilterra tra il 1717 e il 1723 quando vengono redatte le ‘Costituzioni dei Liberi Muratori’ che stabiliscono principi che ancora oggi sono alla base dell’associazionismo massonico. Tra gli obblighi più rilevanti c’è quello per gli adepti di estraniarsi, nei momenti in cui si svolgono i riti, dalle questioni politiche o religiose. È vietato parlare durante le riunioni massoniche di politica o di affari legati alla società civile. Già dal Settecento, durante i riti, il nobile, l’operaio, il prete e l’ebreo erano sullo stesso piano e, anzi, siccome all’interno delle logge vengono assegnati compiti specifici, poteva succedere che l’operaio avesse un grado più alto del nobile. Ed è per questo che la massoneria è stata spesso definita come una sorta di società prepolitica.
“Tra i fondatori di queste prime logge- spiega il professor Panaino- vi erano anche molti cattolici e protestanti. In particolare, nel Nord Europa il legame tra massoneria e protestantesimo fu assai stretto tanto che alcune volte la teologia protestante dominò la massoneria che divenne un’entità spesso reazionaria. È necessario fare piazza pulita del luogo comune che vede la massoneria come fucina del relativismo e della negazione dei dogmi religiosi, perché non è così. Infatti- puntualizza l’orientalista- nelle logge si accolgono persone con bagagli culturali e spirituali diversissimi. Ognuno può conservare i suoi dogmi e i suoi credi personali nella vita quotidiana, l’importante è che quando è in loggia li metta da parte temporaneamente. Siamo relativisti solo nel senso di tenere assieme persone con dogmi diversi. Nessuno in loggia dirà ad un suo componente che non dovrà credere più”.
Anche la riflessione sulla Chiesa Cattolica è stata parte dell’intervento del professor Panaino. “La Chiesa Cattolica non deve essere giudicata nella sua interezza perché è un mondo talmente vasto che risulta impossibile fare un discorso unico che sia esaustivo. La Chiesa Cattolica- sintetizza lo storico- è monsignor Marcinkus, ma non dobbiamo dimenticare che è pure San Francesco. La Chiesa è Ugo Von Balthazar, che negò addirittura l’esistenza dell’Inferno perché nessun uomo avrebbe mai potuto commettere un peccato tanto grave per esservi ammesso, ma è anche monsignor Lefevre. Le posizione teologiche al suo interno sono di una straordinaria diversità e vastità, come hanno poche altre confessioni. La reciproca intolleranza, tra massoneria e Chiesa Cattolica, si è creata per un’ignoranza da ambe le parti. In realtà- conclude Antonio Panaino- i punti di contatto con la dottrina cattolica possono essere molteplici, non ultimo ricercare il miglioramento complessivo dell’umanità”.
Per quanto riguarda Ferrara, un punto di contatto molto stretto di contatto tra Chiesa e Massoneria lo si avrebbe sicuramente nella possibile beatificazione di Gerolamo Savonarola. Il frate dominicano ferrarese, infatti, dà anche il nome alla più antica loggia massonica di Ferrara rappresentata all’incontro, organizzato dalla loggia sorella ‘Giordano Bruno’, dal gran maestro Stefano Andreoli che racconta quanto anche Savonarola fosse una personalità complessa e difficilmente definibile ed etichettabile.
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