Cronaca
19 Novembre 2013
Documenti e interventi inediti dalla De humanitate Sanctae Annae

La sanità nella storia di Ferrara

di Redazione | 3 min

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conv-luoghi-cura-18nov13_3Una serata per parlare di ‘Istituzioni e servizi di sanità nella storia di Ferrara’. La organizza, con molti patrocini, l’associazione culturale De humanitate Sanctae Annae, sabato 23 alle 20.45 in Sala Estense. “Temiamo di non riuscire a eguagliare l’iniziativa di due mesi fa sui templari, visto che ha incontrato un grandissimo successo di pubblico – scherza scaramantico Massimo Masotti, medico e presidente della De humanitate –. Garantiamo però che saranno mostrati documenti inediti e immagini rare, e che gli interventi dei relatori non sono mai stati pronunciati prima”.

Sabato sera il Comune, uno dei patrocinanti, sarà rappresentato dal saluto dell’assessore Aldo Modonesi (Beni monumentali), mentre alla conferenza stampa di presentazione ha partecipato la collega alla Sanità Chiara Sapigni. “Questo patrocinio non è un atto formale: vogliamo valorizzare sempre di più la nostra città. La fretta di ogni giorno ci fa scappare un po’ di memoria”.

La prima relazione, ‘Antichi lazzaretti in Ferrara’, sarà tenuta dal medico Gianluca Lodi. “Il primo che ci risulta – anticipava stamani – fu operativo tra la metà del XII e la metà del XV secolo nella zona della Pioppa”, attuale area est della città, mentre un altro si trovava, all’opposto, nella frazione di Mizzana, presso la chiesa di santa Maria di Betlem.

Circa un secolo più tardi, l’architetto Schiatti realizzò il prospetto di San Cristoforo dei Bastardini, l’edificio di proprietà comunale che oggi ospita il liceo Dosso Dossi in via Bersaglieri. Lì, fin dal Medioevo, venivano abbandonati i piccoli nati fuori dal matrimonio. Sul tema relazionerà sabato il responsabile Ufficio ricerche storiche del Comune Francesco Scafuri, che dedicherà poi la seconda metà del proprio intervento al complesso di Santa Maria della Consolazione, la cui chiesa fu una delle ultime realizzazioni di Biagio Rossetti (oggi ospita tra l’altro gli uffici di Ergo). Questi locali “nel 1855 diventarono un ricovero per gli ammorbati dal colera, nonché un punto di riferimento per la sanità ferrarese. Tra il 1888 e il 1889 furono invece utilizzati per i malati di vaiolo, e poi ancora, durante la Prima guerra mondiale, furono una succursale dell’ospedale Sant’Anna”.

Ma come lavorava con le donne San Cristoforo dei Bastardini? “Fin dal 1570 lì c’era una maternità – anticipa il medico Daniela Fratti, che sabato interverrà sul punto –, una delle primissime in Italia: i registri fino al 1653 sono andati perduti, ma abbiamo presenteremo quelli dal 1653 al 1754. Sono una sorta di cartelle cliniche: ci hanno restituito i modi con cui le aiutavano a partorire e il ruolo delle comari, che ricordano le manzoniane Perpetua e Agnese”. Con un salto in avanti di un secolo, Fratti parlerà anche di Luisa Grillenzoni e della sua “capacità manageriale”: nel 1850 fondò un ospedale pediatrico (“il primo in Italia”) destinato ai bambini che frequentavano l’asilo a sua vola messo in piedi da lei. E c’era persino la possibilità di un day hospital d’altri tempi, visto che i genitori potevano portare i bimbi di mattino a tornare a prenderli di sera.

Insomma, per dirla con Masotti, “quella mentalità mugugnona dei Ferraresi, abituati a piangersi addosso, dev’essere superata”. Di primati – almeno storici – in fatto di sanità ne abbiamo che noi.

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