Bondeno. Il Lions Club Bondeno ha ospitato Domenico Morandi in occasione del 70 anniversario della battaglia di Nikolayevka. La serata aveva lo scopo di non far cadere nell’oblio una vicenda che ha coinvolto i nostri padri in un dramma dalle proporzioni epiche che mai una guerra combattuta aveva visto. Nel giro di poche settimane 70 anni fa si consumava la morte per molti e per altri l’inizio di una atroce prigionia: 160.000 uomini (ragazzi) del nostro esercito in Russia in seguito alla caduta del fronte orientale non sarebbero più tornati.
Morandi ha dedicato assieme al suo gruppo anni interi della sua vita alla ricerca dei caduti e dei dispersi e al recupero delle salme dei soldati. Il risultato è stato il rientro di circa 12.000 resti di caduti e il ritrovamento dei nominativi e quindi la ricostruzione del destino finale di circa il 95 % di tutti gli scomparsi.
Sembrava una serata dedicata al ricordo. Invece è emersa ancora con tutta la sua forza la necessità di riproporre alle attuali generazioni una rivisitazione della nostra storia recente e il dovere di trasmetterla così come è stata ricostruita, piuttosto di come ci è stata negata, con lo sforzo delle testimonianze (le ultime) dei reduci ancora viventi, dei documenti tratti dagli archivi russi che si sono aperti a questa vicenda anche grazie all’intervento di uomini come Morandi presso l’Ambasciata di Russia e al nuovo corso iniziato con Gorbaciov.
Sembrava una serata bella e emotivamente coinvolgente, ma nessuno avrebbe pensato che dietro le parole ci fosse una tale mole di informazioni, catalogazioni, ricerche e tanto tanto lavoro svolto tra documenti e cimiteri dell’Ucraina o tra quelli che agli occhi di molti erano ormai solo campi di girasoli.
Ed ecco dopo alcuni giorni la telefonata di Domenico Morandi: “Ho trovato un lungo elenco di bondenesi disperse e morti in Russia: chissà se le famiglie hanno avuto notizie dei loro cari, se sanno dove sono morti e sepolti o in quale oscuro campo di concentramento si sono spenti?”.
Si potrebbe interessare il Comune e cercare di contattare le famiglie ancora rintracciabili per portare a tutti le notizie ultime dei loro scomparsi: magari uno zio, o anche il padre o il nonno che nessuno più ha cercato e che invece negli archivi di Morandi e del suo gruppo di ricerca è ben presente.
L’incontro dei Lions si è trasformato in un invito a cercare ancora e a trasmettere al sindaco di Bondeno l’elenco, già pronto. Poi si potranno convocare le famiglie e si consegneranno loro i documenti ultimi dei loro cari.
“Per noi Lions – spiega Marco Maffiolini – non sarebbe altro che riconfermare il nostro impegno nel “servire”, com’è nel nostro stile, anche in una vicenda che non è mai stata del tutto chiusa e che trova risposte vere forse solo ora, con il tempo. Per uomini come Morandi e il suo gruppo è l’ulteriore riconoscimento di un’opera meritoria che forse risulta ancora scomoda a chi ha cercato di celare e di nascondere, o quanto peggio di strumentalizzare ai propri fini il sacrificio di tanti ragazzi che non hanno fatto altro che ubbidire a un comando mai voluto. E’ un tributo a chi giovanissimo avrebbe voluto ritornare a casa, anche a Bondeno, per vivere normalmente tutto il resto della propria vita. Ci sembra bello poter dire a tutti questi ragazzi e alle loro famiglie che il loro ricordo è tornato tra noi”.
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