Rovereto. Venne scoperto due anni dopo la rapina compiuta nel marzo 2006 ai danni della filiale Carife di Rovereto. Quel giorno due persone armate di cutter entrarono nell’istituto di credito di via Manzolli e, minacciando la cassiera, si fecero consegnare 20.500 euro in contanti.

Una volta usciti li videro fuggire a bordo di una Ford Escort di color scuro, risultata rubata il 13 marzo precedente a Ferrara e ritrovata poco dopo lungo una stradina laterale, all’interno della frazione, poco lontano dalla banca.

Uno dei due banditi, Hoxhaj Hygest, venne riconosciuto attraverso i rilievi dattiloscopici – in un primo momento negativi – solo due anni dopo, quando l’uomo, in seguito a una serie di rapine compiute in Piemonte nello stesso anno e nel 2007, venne arrestato e quindi registrato nella banca dati Afis delle forze dell’ordine. Allora l’odierno imputato venne raggiunto dall’ordine di custodia cautelare quando era già in carcere.

Ieri, in tribunale a Ferrara, si è tenuto il processo che ha visto al pm Ombretta Volta chiedere e ottenere dal giudice collegiale la pena di 5 anni di reclusione. L’avvocato della difesa, Carlo Alberto Papotti, ne aveva chiesto l’assoluzione in ragione della mancata prova della responsabilità penale del suo assistito raggiunta in dibattimento, o in subordine la condanna al minimo della pena edittale. Papotti ha sostenuto la possibilità dell’errore umano nella prova dattiloscopica e il fatto che l’uomo non è stato riconosciuto nemmeno in aula dai testimoni della rapina. Tutti punti che costituiranno motivi di appello una volta lette le motivazioni della sentenza, attesa tra 90 giorni.