Il congresso del Partito Democratico rappresenta un momento fondamentale nella politica del Paese, soprattutto in considerazione dell’ultimo fallimento elettorale, che ha portato a una fase istituzionale in cui il confronto politico è diventato difficile, sia dentro che fuori il nostro partito.
In questo congresso il Partito Democratico, attraverso una grande partecipazione da parte di tutti gli iscritti, deve saper trovare l’occasione per darsi finalmente una sostanza vera e non solamente un volto. Il rischio, altrimenti, è quello di congelare le diverse posizioni in un clima da convivenza.
Questo rischio si deve e si può superare, come è già accaduto a livello locale, dove il partito rappresenta uno spazio in cui il confronto non è fine a se stesso o al puro tatticismo, quanto piuttosto animato da un pluralismo vero e costruttivo. Questo è un importante merito che va indubbiamente riconosciuto a Paolo Calvano e anche per questo motivo i firmatari di questo documento hanno deciso di sostenere la sua ricandidatura a segretario provinciale. Nel contempo, si ritiene di non partecipare a comitati provinciali a sostegno di mozioni e candidati nazionali, perché a quel livello non è possibile ritrovare lo stesso spirito plurale, costruttivo, democratico ed unitario, ora necessario.
Il malcontento di oggi non è nuovo, nasce dal fatto che il livello nazionale manca di una strategia politica chiara ed unitaria che, invece, è presente a livello locale; è necessario un lavoro che definisca la funzione che il nostro partito deve avere. Infatti, da tempo a Ferrara si sta lavorando su quei temi che non possono non essere al centro dell’agenda del Partito Democratico, come la valorizzazione e la difesa del lavoro dipendente e non, la valorizzazione delle capacità imprenditoriali nel nostro paese, l’investimento nella cultura e un programma di scelte economiche che non siano fatte di soli tagli. Fondamentale è stata poi la contestuale riflessione sul ruolo della pubblica amministrazione e sul riordino istituzionale che va da un nuovo ruolo per la provincia alla scomparsa delle circoscrizioni, passando per le unioni comunali e le fusioni tra comuni.
Si tratta, insomma, di dotare la politica di strumenti che possano accompagnare queste trasformazioni e non di strumentalizzare un partito, trasformandolo in un semplice comitato elettorale per il candidato di turno.
Il Partito Democratico di Ferrara ha già dimostrato più volte di saper affrontare queste sfide. Lo ha fatto, ad esempio, organizzando una filiera istituzionale lunga per mettere in campo tutte le energie necessarie di fronte a situazioni straordinariamente critiche come quelle di Berco e della Basell. L’economia e il lavoro nella nostra provincia non sono tuttavia solo le grandi aziende, ma sono anche tutte le situazioni individuali di precariato, come i lavoratori autonomi con partita IVA. Imprese, P.IVA, lavoratori sono in realtà persone che devono avere la possibilità e la libertà di progettare il proprio futuro.
La politica locale ha saputo anche relazionarsi con un territorio in grado di offrire bellezza e sapere, capace di re-inventarsi, investendo in cultura con una progettualità di ampio respiro. Lo si sta facendo fra mille difficoltà e con tutti i limiti imposti dalla crisi in corso. Ma questa è la direzione presa e sulla quale si deve proseguire.
È tempo che il Partito Democratico sia questo anche a livello nazionale, uno spazio dove elaborare una linea che permetta finalmente di prendere decisioni su questioni fondamentali, uno spazio dove produrre un supporto politico concreto all’agire amministrativo e dove creare una identità indispensabile al confronto. Questo passa anche da una piena consapevolezza sul ruolo di ogni singolo iscritto al partito, che può nascere solo da una riflessione profonda sulla responsabilità, la dignità e l’importanza dell’opinione e del contributo di ognuno.
Radicare ed organizzare sempre più a livello territoriale il Partito Democratico, renderlo sempre più agibile, metterlo a disposizione dei cittadini, contribuire ad elaborare e sostenere strategie di sviluppo compatibile e di ampio respiro per il bene della comunità sono per noi obiettivi irrinunciabili che devono trovare spazio nel dibattito politico e congressuale tout court.
Molte riflessioni sono già state fatte nel nostro territorio e molte altre rimangono da fare: un partito che ha l’ambizione di governare un Paese non può che partire da questi elementi, con la consapevolezza di doversi migliorare continuamente.
Anche a Ferrara infatti, non possiamo dimenticare che talvolta alcune scelte fatte all’unanimità in direzione provinciale non si sono poi tradotte in azioni unanimi da parte di chi le ha votate. In tutto questo, però, sappiamo che il percorso giusto lo stiamo segnando e per queste ragioni sosterremo la ricandidatura di Paolo Calvano.
Giulia Bertelli prima firmataria
Dario Alba
Enrico Bassi
Matteo Bianchi
Patrizia Bianchini
Paola Boldrini
Simona Canducci
Girolamo Calò
Renato Finco
Federico Frattini
Anna Lugaresi
Massimo Maisto
Andrea Marchi
Mariangela Marzola
Massimiliano Marzola
Eugenio Melloni
Mariella Michelini
Sabina Mucchi
Daniele Palombo
Paolo Panizza
Anna Quarzi
Nicola Rossi
Pietro Turri
Mauro Vignolo