Cronaca
17 Ottobre 2013
L'anno scorso il sacerdote scrisse una lettera a Erik

Le scuse di don Pietro: “uno sbandamento”

di Marco Zavagli | 3 min

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ImmagineDopo aver negato ogni responsabilità per trent’anni, e dopo aver ricevuto da un tribunale la conferma che quel ragazzo che chiedeva di conoscerlo era suo figlio, don Pietro ha preso carta e penna per scrivere le sue, tardive, scuse.

Nel 2010 Erik Zattoni decide di conoscere il proprio padre naturale. Con il sacerdote ha una serie di incontri, nel corso dei quali questi si mostra evasivo. Afferma di non sapere nulla della vicenda, salvo le solite chiacchiere di paese. Davanti al ragazzo – questo secondo quanto racconta il figlio – chiarisce che non si sottoporrà al riconoscimento della paternità, a meno che la prova non gli venga imposta dai suoi superiori. In ogni caso nega decisamente di essere il padre.

Questo fino all’anno seguente, quando la sentenza del tribunale, emessa a settembre, smentisce il sacerdote.

Qualche tempo dopo Erik si recò da lui insieme alla madre, sperando di ottenere quel pentimento cristiano fino ad allora negato: “le scuse non arrivarono, anzi disse di aver già chiesto perdono a Dio e di essersi confessato nel 1980 subito dopo lo stupro a un frate carmelitano, il quale lo assolse”.

Le scuse arrivarono successivamente per iscritto. Più di un anno dopo, per lettera. Datata 10 maggio 2012.

“Con questo mio scritto – inizia il prete – intendo esprimere il mio dolore, il mio grande rammarico e chiedere perdono per quanto mi viene dichiarato di essere avvenuto in passato nei confronti di Lei, in un momento di grave mia depressione, e in un periodo di mio avvilimento nel quale mi sembrava di veder calare ogni mio ideale di vita e ogni attestato di stima nei miei confronti”.

Eppure don Pietro ritiene “di aver in parte ovviato ad eventuale ingiustizia offrendo per vari anni tutto l’aiuto a me possibile, di casa, di vitto e di denaro alla numerosa Famiglia; ho sempre ritenuto senza conseguenze il mio “sbandamento” di quel periodo, mentre, invece, ora pare il contrario, dalle indagini compiute. Se così fosse – come pare lo sia – la mia richiesta di perdono si estende anche a Erik”.

Il don si giustifica poi per il fatto di non poter provvedere ad aiutare economicamente il figlio: “Avendo dovuto provvedere personalmente, con i pochi risparmi a mia disposizione, alla casa di riposo di xxxx e alla scuola materna xxxx, sono ora sprovvisto di mezzi economici tali da poter offrire qualche aiuto, oltre quello dato in passato all’intera famiglia”.

Viene quindi il momento della richiesta di perdono: “Ho chiesto sempre perdono a Dio per tutta la mia vita, ormai lunga, per i miei errori. E, ora, chiedo perdono dal profondo a Colore verso cui ho mancato, soprattutto a Chi avesse subito del male da me. Lo chiedo in tutta sincerità e cono vivo e grande dolore”.

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