Non cercò di investire con la propria auto auto i carabinieri. Carabinieri che, convinti invece del tentativo, scaricarono contro la vettura i loro proiettili.
Si è concluso con una assoluzione, quella per il capo di imputazione più grave, di tentato omicidio, e una condanna, per quello più lieve, per resistenza a pubblico ufficiale, il processo che vedeva alla sbarra due cittadini ucraini Valentin Zyma, 28 anni, e Valery Mykytyuk, 49 anni (accusato, poi assolto, solo per resistenza), per la sparatoria del Barco, successiva a un inseguimento dei carabinieri.
La notte tra l’1 e il 2 febbraio 2011 i due ucraini erano a bordo di un’auto, una Citroen Ax, condotta da Zyma. Questi, che aveva bevuto due birre, per paura del ritiro della patente dopo esser passato con il semaforo rosso non si fermò all’alt dei militari all’altezza di via Porta Catena. La gazzella li inseguì per via Oroboni, via Canapa, via Rosselli, fino in via Bentivoglio al Barco e poi in via Medini. Qui vennero fermati e due militari scesero dalla loro auto e si avvicinarono per l’identificazione. In quel momento, secondo l’accusa, la Citroen fece improvvisamente retromarcia rischiando di investire un carabiniere. E’ a questo punto che i militari fecero fuoco: una decina di colpi, secondo quanto riferito dagli stessi carabinieri, esplosi in totale sicurezza e diretti verso gli pneumatici, 15 stando al verbale d’arresto. Per la difesa l’autista non cercò di investire nessuno.
La pm Patrizia Castaldina aveva chiesto 3 anni di pena per le resistenza e l’assoluzione per il tentato omicidio. Il giudice collegiale ha emesso una pena più bassa, di 1 anno e 3 mesi, come chiesto dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Pasquale Longobucco.