Cronaca
11 Ottobre 2013
Si presentò alla vittima esibendo il suo 'curriculum criminale'

Il sequestratore di Fava a processo per estorsione

di Marco Zavagli | 3 min

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admin-ajax.phpEra il 1979. L’industriale ferrarese Angelo Fava venne sequestrato da una banda di rapinatori che chiesero un riscatto di 2 miliardi di lire. Nella trattativa con la famiglia si inserirono i carabinieri che intercettarono la telefonata e riuscirono ad arrestare “il cassiere” e un allora sconosciuto venditore ambulante di materassi, Carmelo Commendatore, che verrà condannato a 13 anni. Quel nome torna a comparire nelle aule giudiziarie. Questa volta per una tentata estorsione ai danni di un imprenditore ferrarese.

Coimputati sono Angelo Arena, bolognese di 58 anni, ed Elvio Rovelli, parmense di 63 anni. Quest’ultimo, titolare di due ditte creditrici della parte lesa, sarebbe secondo la procura (insieme a Gianluca Vitali, ferrarese del ’69, già condannato nel luglio 2012 in rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi) il mandante della tentata estorsione. Arena e Commendatore gli esecutori materiali.

La vicenda ha inizio il 13 settembre del 2010, quando la vittima, amministratore di una società in fallimento, riceve una telefonata da uno sconosciuto. Questi, con un marcato accento siciliano, gli chiede di incontrarlo dicendo di trovarsi già sotto casa sua. Lui in un primo momento rifiuta ma poi, dopo molte insistenze, accetta di incontrarlo presso la ditta dei figli, dove si trovava in quel momento. Nel piazzale era parcheggiata un’auto scura con a bordo tre persone. L’uomo va loro incontro assieme al figlio, che ha la premura di accendere il registratore del suo i-phone. Commendatore e Arena escono dalla vettura e gli si fanno incontro. Come presentazione il primo si presenta con il suo “curriculum” criminale: “sono il sequestratore di Fava ed esco da molti anni di galera”. Dopo i convenevoli Arena (pregiudicato per rapina e altri reati) gli mostra due contratti di cessione di credito a favore di Commendatore da parte di Rovelli per un totale di circa 430mila euro. Si trattava di due ditte creditrici della società della vittima. “Impossibile” chiarì l’imprenditore, dal momento che la sua azienda era sottoposta a curatela fallimentare.

Ai due sconosciuti non importava. Secondo l’accusa Arena gli consigliò di bypassare il curatore fallimentare e di pagare direttamente a loro i crediti. Comprensibilmente allarmato, l’uomo si precipitò dai carabinieri.

Intanto passa una settimana e Commendatore, non ricevendo risposta, richiama scocciato e invita caldamente il malcapitato a seguire i suoi consigli, onde evitare di “ricorrere a metodi siciliani”.

In tribunale Arena si è giustificato dicendo che stava girando l’Italia per fare un film sulla vita del compare e cercava ispirazione per la trama. “Quel giorno ero a Ferrara quasi per caso – ha spiegato -, Commendatore doveva fare un giro a Ferrara e l’ho seguito perché era sulla strada per Roma”. I due però partivano da Bologna. Il film non venne mai alla luce. In compenso, al termine dell’esame, al giudice Marini è scappato un commento significativo dell’attendibilità della deposizione: “quello che ha detto fin qui è ben poco logico”.

Prima di lui sono stati sentiti i carabinieri che effettuarono le indagini e lo stesso Commendatore, che ha sostenuto come le richieste fossero state fatte in maniera più che tranquilla. Era assente invece Rovelli per motivi di salute.

o sono state presentate le richieste delle parti. L’avvocato di parte civile Marco Linguerri ha chiesto di poter ascoltare in aula la registrazione di una telefonata “molto significativa”, che chiarirebbe le modalità, verbali, delle richieste di denaro da parte dei presunti estorsori.

L’udienza è stata aggiornata per sentire gli ultimi testi e iniziare la fase della discussione.

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