Cronaca
11 Ottobre 2013
Venne colto in flagrante dai suoi ex colleghi dopo la denuncia della vittima

Ex poliziotto promise pensione di invalidità in cambio di soldi

di Ruggero Veronese | 3 min

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admin-ajax.phpUn ex poliziotto a processo per millantato credito, per aver fatto credere – secondo le ipotesi degli inquirenti – a un disabile di potergli far ottenere un aumento di pensione in cambio di una mazzetta da 500 euro. Il protagonista di questa vicenda è Maurizio Ragusa, 51 anni, agente già conosciuto nella questura di Ferrara per aver prestato servizio all’ufficio denunce, per poi essere trasferito in una città del sud Italia prima della definitiva sospensione.

L’indagine è partita l’estate del 2012 quando un ferrarese, affetto da disturbi epilettici e costituitosi parte civile nel processo, si è recato in questura raccontando un episodio sospetto. L’uomo infatti ha spiegato di essere stato avvicinato alla fermata dell’autobus da Ragusa, che mostrò in quell’occasione una discreta conoscenza della sua vita privata. La parte offesa infatti a causa del suo disturbo percepiva fino a qualche anno fa un assegno di accompagnamento (pari a 320 euro al mese), e Ragusa affermò di essere in grado, attraverso alcuni contatti all’Usl, non solo di riuscire a farglielo percepire nuovamente, ma addirittura di poter ottenere un rimborso (superiore a 5 mila euro) per tutto il periodo in cui dovette rinunciarvi.

Il ferrarese – questa è la versione che ha fornito agli inquirenti – si mostrò scettico, ma accettò la proposta dell’ex agente di continuare la conversazione in un bar. E dopo aver ascoltato l’offerta si chiuse in bagno per telefonare a un amico e chiedere consiglio sul da farsi. La risposta fu immediata: contattare subito la questura. Mentre Ragusa aspettava al tavolo, l’uomo telefonò quindi agli agenti di polizia, che gli chiesero di fotografare il suo interlocutore col telefonino per poi presentarsi nei loro uffici. Un compito svolto senza problemi dal ferrarese, che una volta arrivato in questura ebbe la seconda sorpresa del giorno: gli agenti infatti riconobbero subito Ragusa, e spiegarono che aveva lavorato per diverso tempo all’ufficio denunce.

A quel punto non restava che passare alla fase operativa: gli uomini della questura fotocopiarono le banconote che l’uomo avrebbe consegnato all’ex collega, preparandosi a coglierlo in flagrante. Il ferrarese intanto incontrò Ragusa che, dopo aver ricevuto i 500 euro, firmò una ricevuta utilizzando una falsa identità per poi recarsi verso gli uffici dei suoi presunti contatti. I poliziotti si prepararono a entrare in azione fuori dagli uffici dell’Usl, ai lati di via Cassoli, ma Ragusa aveva fatto perdere le sue tracce utilizzando un’uscita posteriore e dirigendosi verso viale Cavour. Lì fu rintracciato e, dopo la perquisizione, trovato in possesso delle stesse banconote che erano state preventivamente fotocopiate in questura.

Questi gli elementi emersi durante l’udienza che ha dato il via al dibattimento, durante la quale sono stati ascoltati gli agenti coinvolti nell’operazione, il ferrarese che consegnò i soldi (costituitosi parte civile e assistito dall’avvocato Pietro Giubelli) e l’amico a cui telefonò dal bagno del bar, durante il primo incontro con Ragusa. Il processo continuerà tra una settimana, quando anche l’imputato, seguito dall’avvocato Massimiliano Vissoli, potrà spiegare ai giudici la propria versione e le proprie ragioni.

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