È una Sala Estense pienissima quella che assiste al dibattito sui rischi dell’eventuale sismicità indotta dall’ancora ipotetico impianto geotermico di Malborghetto promosso dal comitato di cittadini FerrAriaSalute e moderato dal giornalista scientifico Michele Fabbri. Pur essendo stati entrambi invitati a partecipare, il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore all’ambiente Rossella Zadro hanno dato forfait in quella che risulta una buona occasione persa per promuovere il tanto decantato dibattito sul tema geotermia.
Il geologo Ortolani. “I progetti come quello della geotermia in una faglia attiva sono una mosca che si posa su un edificio pericolante oppure un elicottero?”. È questa la domanda di partenza a cui è stato chiamato a rispondere il geologo campano Franco Ortolani, “scelto -spiega il presidente del comitato, Paolo Piva- per la sua competenza e indipendenza”.
“Qui abbiamo un sottosuolo ‘malato’, instabile -afferma Ortolani- e se sbagliamo a fare l’iniezione provochiamo un danno”. Per il professore dell’Università Federico II di Napoli “l’attività dei tre pozzi di cui si parla potrebbe intercettare una faglia e indebolire la sua resistenza allo scorrimento, anticipando di anni gli eventi sismici naturali”. Per Ortolani la città estense è “sotto assedio…dal sottosuolo” grazie ai tanti permessi di estrazione o ricerca concessi nel territorio circostante. “È la sinergia dei vari interventi che va a stuzzicare la dorsale -spiega-. Se si fanno interventi che alterano l’equilibrio del sottosuolo, bisogna farli valutando anche tutte le attività fatte attorno a Ferrara, avendo una visione complessiva”. Visione che, a quanto pare, il professore non pensa appartenga allo stato delle conoscenze scientifiche e tecniche attuali, tant’è che accosta la situazione locale (estesa anche al modenese) con quella del Vajont nel giorno del 50° anniversario della tragedia, insinuando seri dubbi sulla sicurezza di interventi simili: in sostanza, il timore è che sull’edificio pericolante si posi un elicottero.
Il confronto a fine serata fra esperti con opinioni opposte. Il professore campano, insieme al medico Luigi Gasparini del comitato, pone dubbi sull’imparzialità e dunque sulla validità degli studi scientifici e tecnici condotti finora. “Chi afferma che non ci sia pericolo ha un conflitto d’interessi? -domanda, conoscendo la risposta (peraltro alla luce del sole)-. Le affermazioni che gli esperti fanno davanti ai media non valgono niente se poi non le giurano anche davanti al Tribunale”. Una contestazione chiaramente diretta all’Ogs (Istituto di nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale) e a Marco Mucciarelli (direttore del Centro ricerche sismologiche dell’istituto e professore di sismologia applicata presso l’Università della Basilicata) che tempo addietro –come riportato da Estense.com– aveva escluso rischi sismici indotti da una nuova centrale geotermica e aveva sostenuto che “le nostre analisi le paga chi presenta il progetto (Hera in questo caso), ma solo perché usiamo strumentazione molto costosa e non vedo la ragione per la quale debba essere la collettività a pagare”. Posizione che lo stesso Mucciarelli -intervenuto alla fine dell’ampio spazio riservato alle domande del pubblico- rivendica, criticando anche aspramente Ortolani: “Lei fa affermazioni generiche che non portano a nulla: ho messo la mia firma in un documento ufficiale e pubblico di cui sono responsabile”, chiarisce per poi ribadire che “la sismicità indotta è il problema meno importante di tutti. Nessuno di voi può dimostrare che interventi di questo tipo possano provocare sismi maggiori di magnitudo 1” e contesta anche l’asserita assenza di conoscenze approfondite sul sottosuolo ferrarese e su quello circostante criticando anzi Ortolani: “Tante parole ma non ho visto alcun dato, eppure ci sono, come mai?”. L’attività antropica nel sottosuolo può generare sismicità, come appurato anche in un articolo di Science citato da Fabbri e ripreso dal ricercatore dell’Ogs che precisa: “Per evitare rischi servono i dati e per questo noi sistemiamo una rete di monitoraggio molto sensibile che rileva eventi anche di magnitudo -0,8 gradi”. Che il tipo di impianto di geotermia previsto per Ferrara -con pompaggio e reiniezione di acqua a temperatura e pressione costanti, in un circuito chiuso- non aumenti il rischio sismico è opinione condivisa anche da Giovanni Santarato, docente Unife del Dipartimento di scienze della Terra: “Nella rete di Casaglia non abbiamo mai registrato alcun evento sismico nelle vicinanze del serbatoio e quel che si vuole fare è una replica di quel che già esiste solo che il tipo di roccia che contiene l’acqua è più in profondità”. Ortalani però ribadisce la sua posizione asserendo di essere “pronto ad andare davanti a un tribunale e giurare”.
GUARDA I VIDEO DELLA SERATA
Intervento di Ortolani parte 1
Intervento di Ortolani parte 2
Intervento di Ortolani parte 3
Il dibattito parte 1
Il dibattito parte 2
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