Eventi e cultura
5 Ottobre 2013
Conferenza al dipartimento di Giurisprudenza a cura di Stefano Caracciolo e e Luigi Cappelli

Vivere e sopravvivere nonostante la crisi

di Redazione | 2 min

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Stefano CaraccioloOggi pomeriggio, sabato 5 ottobre, alle ore 17.30, nell’ambito di “Intanto a Ferrara”, il programma delle iniziative in città nei tre giorni del Festival Internazionale 2013, si terra’, nell’aula magna del dipartimento di Giurisprudenza (corso Ercole I d’Este, 37) la conferenza “Psicologia della crisi: vivere e sopravvivere (bene) in Europa”, a cura di Stefano Caracciolo, ordinario di psicologia clinica del dipartimento di scienze biomediche e chirurgico specialistiche di Unife e di Luigi Cappelli, psichiatra psicoanalista Spi, già docente di psicologia clinica dell’Università di Roma Tor Vergata.

L’iniziativa intende affrontare l’impatto dei cambiamenti socioeconomici nell’Europa del Sud e la sua relazione con le aspettative della vita psichica, le necessità contingenti della vita quotidiana e le ricadute sul comportamento individuale, con particolare attenzione per il rischio di suicidio. Come affermano i relatori, “ incombono su di noi due tipi di crisi, contemporaneamente: una di carattere economico, l’altra di tipo sociale. Entrambe sembrano, di fatto, determinate dalla stessa causa, la concentrazione del potere economico e decisionale in pochissime mani. Tale fenomeno rende l’involucro democratico privo di un sostanziale contenuto e tende a riportarci indietro nel tempo. Infatti se i banchieri sono too big to fail e too big to jail, anche gli uomini politici tendono allo stesso obiettivo: un potere incondizionato. Questa situazione, nel nostro paese, ma non solo nel nostro, spinge la maggioranza della popolazione ad una condizione psichica di ansia e depressione o addirittura di disperazione (impotenza appresa o learned helplessness, secondo Seligman)”.
In ambito familiare sono stati effettuati studi statistici che collegano l’autoritarismo dei genitori a disturbi ansioso-depressivi nella prole. Ricerche effettuate da Luigi Cappelli negli ultimi anni, con il collega San Martini, su di un campione non clinico confermano come il tipo di accudimento genitoriale caratterizzato da controllo anaffettivo (affectionless control di Parker) induca, nei figli, ansia e depressione.
Non è dunque soltanto la crisi economica a generare ansia e depressione ma soprattutto la condizione di impotenza in cui si trova la maggior parte dei cittadini che diventano sudditi, per vocazione o necessità, perdendo la spinta assertiva che li sosterrebbe nelle sfide ambientali. Il superamento delle strettoie del pensiero onnipotente e la promozione dell’informazione appaiono le sole armi non cruente di contenimento della medievalizzazione presente e futura.

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