Un giorno è tornata a casa e i suoi tre figli non c’erano più. Solo dopo mesi è arrivata una telefonata e dall’altra parte della cornetta ha sentito la loro voce e ha capito che erano vivi. È il dramma di una madre nigeriana, 34 anni, che è stata costretta a portare in tribunale l’ex marito, 38 anni, che le ha portato via per sempre i figli.
La coppia, da anni in Italia, viveva in provincia di Padova con i tre bambini. Questo fino alla separazione, voluta dalla donna che lamentava violenze da parte del marito. Il tribunale affidò alla madre i figli. Il padre aveva il permesso di vederli nei fine settimana.
Giunta in provincia di Ferrara, lei ha trovato un lavoro per mantenere sé e i piccoli. Nel frattempo l’uomo si recava periodicamente a trovare i bambini. Fino al 26 marzo del 2011, quando lei consegna i piccoli al padre per una breve gita fuori porta. E non li vede rincasare all’ora stabilita. Chiama il marito, che le dice di stare tranquilli: a breve li avrebbe riportati indietro. E invece le ore passano e l’angoscia cresca. Fino a sera, quando richiama l’uomo ma il cellulare è spento. Non squillerà più.
La donna si reca dai carabinieri, che diramano le ricerche. Il caso finisce anche su “Chi l’ha visto?”. La madre vive nel terrore per dei mesi. Fino a quando arriva una telefonata: sono i suoi figli che, in lacrime, le dicono che stanno bene e che il padre li ha portati in Nigeria.
Lei non può tornare. Orfana, in patria non ha più nessuno e teme per la propria incolumità: l’ex marito l’aveva minacciata di ucciderla.
L’unica cosa che le è rimasta è stata denunciarlo. Ora il processo per sottrazione di minori è concluso. L’avvocato Giampaolo Remondi, di parte civile, ha chiesto e ottenuto dal giudice Luca Marini il massimo della pena prevista per questo tipo di reato, tre anni (oltra a un risarcimento di 30mila euro). Ma l’uomo, contumace, non tornerà certo in Italia per scontare la pena. E terrà con sé i figli, lontano dalla madre.