Cronaca
26 Settembre 2013
In risposta ai 5S il senatore infila un’enormità dietro l’altra

Altra performance choc di Giovanardi su Aldrovandi

di Marco Zavagli | 4 min

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giovaFederico Aldrovandi assimilato a Luigi Prieti, l’uomo che sparò ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi. È l’ennesima dichiarazione choc che Carlo Giovanardi rilascia pubblicamente sul caso del diciottenne. Questa volta il senatore del Pdl lo fa dagli scranni di Palazzo Madama, dove l’esponente del M5S Rosetta Enza Blundo ha ricordato l’ottavo anniversario dell’omicidio colposo del ragazzo per chiedere che chi lo uccise non ritorni in servizio.

La Blundo fa sue le parole del padre di Federico, Lino Aldrovandi che, nel giorno dell’ultimo compleanno del figlio (che oggi avrebbe 26 anni), “augurava che uomini di buona volontà avessero saputo prendere spunto e insegnamento da questa terribile storia. Federico avrebbe potuto essere il figlio di chiunque, un nostro figlio, e non aveva fatto del male a nessuno”. Ora gli agenti coinvolti “si apprestano a tornare in servizio dopo aver scontato soli sei mesi di pena nonostante abbiamo bastonato un innocente fino a portarlo allo schiacciamento del cuore e nonostante le frasi gravissime pronunciate durante da Enzo Pontani (“lo abbiamo bastonato di brutto per mezz’ora”) e di Monica Segatto (“moderate che ci sono le luci accese”)”.

L’esponente del Movimento 5 Stelle non riesce a immaginare “che queste persone possano tornare a vestire una divisa o anche ricoprire incarichi amministrativi all’interno della Polizia di Stato”, perché “sarebbe un’offesa nei confronti dei tantissimi lavoratori che in questo periodo vengono licenziati non per aver ucciso ma per gli sbagli della nostra politica”.

Al termine dell’intervento della grillina si alza Giovanardi, per richiamare l’attenzione su “questioni che vanno ben al di là di quel caso”. Il senatore del Pdl premette di “rispettare la sentenza, ma bisogna vedere cosa c’è scritto”. E probabilmente non l’ha letta viste le gravi inesattezze che si appresta a sciorinare. Già in passato, nel luglio 2007, l’allora ministro per i Rapporti con il Parlamento in quota Udc, durante una trasmissione su Rai Tre, definì Federico “eroinomane”, parola mai uscita dalle carte delle consulenze e mai pronunciata nel corso dell’inchiesta. Poi, nel marzo scorso, parlando in diretta radiofonica al programma “La zanzara” dell’immagine del ragazzo steso sul lettino della morgue, dichiarò candidamente che “quella foto che ha fatto vedere la madre è una foto terribile, ma quella macchia rossa dietro è un cuscino”. Quella falsità gli è costata una querela da parte della madre del ragazzo, Patrizia Moretti.

Rosetta Enza Blundo

Rosetta Enza Blundo

Ora il senatore Pdl torna alla carica con la sua personale ricostruzione per dire che “gli agenti sono stati condannati per omicidio colposo per aver trattenuto l’Aldrovandi supino con le manette dietro e, contrariamente alla perizia del pm che aveva attribuito la morte alle sostanze ingerite, e questo è dimostrato dal processo, il perito di parte della signora Aldrovandi ha detto che tenendo una persona per terra bocconi in quella posizione si può verificare un infarto. Tenete presente che è la stessa posizione in cui i carabinieri hanno utilizzato per fermare Prieti davanti a Palazzo Chigi”.

A parte la diversità di contesti, Giovanardi omette le percosse, i due manganelli spezzati sul corpo del ragazzo (che proprio lui ammise nel gennaio del 2006 dopo un’interpellanza del Prc) e le 54 lesioni riscontrate (“ognuna delle quali – per usare le parole del giudice di primo grado Francesco Caruso – meriterebbe un processo”) per dire che “la discussione vera è che un comandante di polizia o dei carabinieri o il ministro degli interni devono spiegare come fanno le forze dell’ordine a fermare una persona in caso di colluttazione se non lo possono bloccare per terra come le disposizione attuali prevedono (disposizione che prevedono invece di chiamare medico e ambulanza e non utilizzare la forza, ndr)”. Perché “con questo comportamento in caso fortuito, perché questo han scritto i giudici, può avvenire un infarto e dopo ne rispondono non solo penalmente ma anche con la radiazione dal corpo. Faccio presente che se Prieti fosse deceduto, i carabinieri che lo hanno fermato davanti a Palazzo Chigi sarebbero stati processati per omicidio colposo”.

Su facebook Patrizia Moretti’rilascia un laconico commento: “tutto materiale utile per rimpinguare la querela”.

Il video dell’intervento

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