
L’agente Forlani in sede di esame in tribunale
Giusto il carcere per Forlani. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato a suo tempo dall’avvocato Gabriele Bordoni, difensore di Paolo Forlani, uno dei quattro poliziotti condannati per l’omicidio colposo di Federico.
La decisione della Corte arriva, paradossalmente, dopo che il poliziotto ha già terminato di scontare la sua pena (sei mesi, dopo la riduzione di tre anni grazie all’indulto). Forlani è uscito infatti dall’Arginone lo scorso luglio. La detenzione domiciliare (Forlani rimase in carcere assieme a Luca Pollastri, mentre Monica Segatto ed Enzo Pontani ottennero la concessione dei domiciliari) era stata sostenuta anche dal procuratore generale in Cassazione. Il pg Nicola Lettieri aveva sostenuto che non ci fosse pericolo di reiterazione del reato e che il risarcimento della famiglia da parte dello Stato aveva fatto venir meno l’obbligo riparatorio nei confronti delle parti offese.
E invece la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal poliziotto, sposando le motivazioni del tribunale e del magistrato di sorveglianza di Bologna. Forlani (che già aveva querelato la amdred el ragazzo ucciso, Patrizia Moretti per diffamazione, causa poi archiviata) era finito al centro di ulteriori polemiche per le offese lanciate su facebook contro la Moretti.
Sulla pagina facebook (poi rimossa) di Prima Difesa Due aveva scritto “Che faccia da culo che aveva sul tg … una falsa e ipocrita… spero che i soldi che ha avuto ingiustamente (il risarcimento da parte dello Stato, ndr) possa non goderseli come vorrebbe… adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie…”. Dopo che quelle frasi fecero il giro dell’Italia, l’allora ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri annunciò severi provvedimenti disciplinari contro Paolo Forlani. L’annunciò però rimase solo nelle intenzioni. Forlani (che comunque successivamente chiese scusa alla famiglia), come gli altri tre colleghi, è stato colpito dal semplice provvedimento della sospensione di sei mesi. Dovrebbe rientrare in servizio nel 2014.
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