A giorni riapriranno le porte delle scuole emiliano romagnole ma, in altre parti d’Italia, numerosi alunni hanno già preso posto tra i banchi e diverse campanelle sono già suonate.
Tra le tante novità di quest’anno va aggiunta una bella mole di provvedimenti, un po’ sensati e molti raffazzonati, che il recente Consiglio dei Ministri ha approvato, ovviamente per decreto, perché si sa, il Parlamento “è lento”, “perde tempo” e quindi superiamo con questo sistema, con la solita scusa del “non c’è tempo”, la divisione dei poteri.
Tra la massa di insulse iniziative, perlopiù per strizzare l’occhio al sindacato (indovinate quale), una in particolare va sottolineata.
Parlo della tanto sbandierata “Tutela della Salute a Scuola”, ovvero di come il fumo è stato messo al bando.
Chi mi consoce sa che oltre a non fumare provo anche abbastanza fastidio per il semplice odore delle sigarette, per cui sarei la persona meno adatta a difendere Mrs. Nicotina & Co.
Però qualcosa che trovo ancor più insopportabile del fumo è l’ipocrisia di un provvedimento, quello adottato dalla Carrozza, fatto semplicemente per potersi guardare di più e meglio in faccia al mattino.
L’idea che lo Stato spacciatore (di sigarette in questo caso), oltre che esoso (vista l’insostenibile pressione fiscale e lo spreco, a molti livelli, del denaro pubblico), si ripulisca la faccia proibendo il fumo dalle scuole è vergognosa.
Di più: mettetevi nei panni, non tanto di un preside, quanto di un semplice “abitante” del mondo scuola.
Purtroppo molti ragazzi, dai 14 anni, fumano (e questa non è la sede per indagarne le ragioni) e la “pausa paglia”, da molto prima che facessi rappresentanza studentesca, era uno degli irrinunciabili momenti di sacralità, specie durante l’intervallo, che si spera di abolire per decreto.
Non voglio essere frainteso, la tutela della salute deve essere priorità in uno Stato che voglia chiamarsi tale e soprattutto devono essere tutelati i minori.
Però dove l’interventismo dello Stato (etico) deve cedere il passo alla libertà individuale di autodeterminarsi (o di auto ammalarsi)?
Io mi schiero dalla parte di quei diciottenni che ritengono di concedersi una bionda, prima, durante o dopo scuola, oppure dei professori che cercano di scaricare la tensione accumulata in classe, del personale, dei bidelli o degli eventuali visitatori.
Detto questo perché il Governo, così solerte con le sigarette, non comincia anche a togliere merendine ipercaloriche e bevande ultra zuccherate dai distributori automatici?
In fondo la tutela della salute, o è fatta fino in fondo oppure è pura ipocrisia.
Nelle macchinette, infatti, si può scegliere già tra una sana mela o uno snack da diverse centinaia di calorie, ognuno faccia ciò che ritiene più opportuno.
Chiudo con una nota che è tutto tranne che marginale.
Chi lo spiegherà agli abitanti del mondo scuola, specie ai ragazzi, che per fumare bisognerà stare a casa da scuola?!