Ben 298 esuberi in tutta la rete Carife più altri 51 in Commercio e Finanza Spa, finanziaria napoletana del gruppo, oltre a incentivi ai prepensionamenti e chiusura di filiali. E’ il piano di rilancio che, stando a quanto riportato da alcune fonti, il commissario Inzitari dovrebbe annunciare martedì.
Già giovedì scorso i sindacati avevano incontrato i commissari Inzitari e Capitanio, affiancati dal dg Forin e dai delegati alle relazioni sindacali Licciardi e Tisselli, i quali avevano comunicato l‘esigenza di intervenire sui costi, compreso quello del personale. L’istituto di Corso Giovecca aveva affermato nell’occasione che “non sarà sufficiente rivedere i trattamenti integrativi, ma che occorrerà gestire situazioni di esubero di dipendenti, pur non esprimendo alcun numero. Nel contempo si procederà a rivedere la strategia aziendale che ridimensionerà il raggio di azione della banca”.
I commissari ritengono che sia indispensabile ritornare “banca locale”. Ecco allora che più a rischio sono quei rami non appartenenti ai “territori storici”. “Ciò implica che – spiegavano la scorsa settimana i sindacati -, qualora talune filiali non potessero essere vendute (anche a costo zero), se ne valuterà la possibile chiusura”.
E’ stata avviata anche una aggressiva politica di diminuzione dei costi generali contattando tutti i fornitori per ottenere nuovi sconti sui costi previsti. Per talune attività si sta anche valutando l’insourcing, ovvero la reinternalizzazione dei servizi già esternalizzati.
La trattativa per Farnese prosegue, anche se l’evoluzione della situazione sta comportando necessariamente la ridiscussione di diversi aspetti contrattuali.
Tornando al personale, l’amministrazione straordinaria ritiene troppo oneroso il contratto integrativo, in particolare per quanto riguarda le trasferte e gli assegni di produttività. Quanto alle modalità di gestione delle procedure di mobilità, ai dipendenti potrebbe venir offerto un incentivo di un anno e mezzo al prepensionamento per coloro che potrebbero accedervi. Una misura questa che, a spanne, potrebbe interessare un centinaio di persone.
Secondo i beninformati inoltre, anche se nessuna conferma potrà arrivare prima di martedì, il gruppo Carife sarebbe anche disposto a cedere ad altri istituti di credito alcune delle sue filiali, ‘sgravandosi’ al contempo dei loro dipendenti.
Sempre secondo le voci che si susseguono in queste ore i dipendenti più a rischio sarebbero gli ultimi entrati nel gruppo, anche se Carife avrebbe annunciato che porrà particolare attenzione sulla scelta dei lavoratori che saranno costretti a lasciare l’istituto.