Nessuno m’ha ucciso,
mia piccola bimba,
io sono un’idea,
un’umile idea
che fa grande
il lungo cammino dei giusti
Gian Pietro Testa, Antologia per una strage, 1980
Ha sempre partecipato alle commemorazioni del 2 Agosto, dai suoi 13 anni in avanti, come privato cittadino. Ora Luigi Marattin sarà a Bologna come assessore e soprattutto come rappresentante del Comune di Ferrara. Questa mattina, l’assessore sarà con una delegazione comunale alle 9.15 in piazza Nettuno nel capoluogo felsineo, per il concentramento con i gonfaloni delle città e la partenza del corteo lungo via Indipendenza.
Alle 10.10 è previsto il ritrovo in piazza Medaglie d’Oro, con l’intervento del Presidente dell’Associazione Familiari Vittime della Strage alla Stazione di Bologna, Paolo Bolognesi. Seguiranno alle 10.25 un minuto di silenzio in memoria delle vittime e gli interventi del sindaco di Bologna Virginio Merola, e della Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.
Per Ferrara, come detto, sarà presente per il terzo anno consecutivo l’assessore al bilancio. Per sua espressa volontà. “Ho sempre nutrito una forte sensibilità e volontà di conoscenza in merito agli anni delle stragi e della tensione. Da quando a 13 anni, ero in prima superiore, lessi “I burattinai” di Philip Willan sui misteri italiani”.
E tra i misteri italiani per eccellenza ha un posto, per così dire, d’onore, la strage del 2 Agosto, la più grande strage della storia repubblicana, con i suoi 85 morti e più di 200 feriti, e i 33 anni passati senza un ‘credibile’ colpevole. “Un paese che ha vissuto un passato come il nostro, incapace di far luce sulle pagine più buie della sua storia, non può avere un futuro”. “quella di Bologna – prosegue Marattin – non è solo la più feroce strage che ha colpito l’Italia, ma è anche la più misteriosa. Se su alcuni massacri si è intravisto o si incomincia a intravedere un barlume di verità, su quella del 1980 la verità giudiziaria ma soprattutto quella storica è ancora ben lontana”.
Tanto che spesso il 2 agosto è diventato occasione per fischiare i politici di turno sul palco di piazza Medaglie d’Oro. “I politici si possono fischiare sempre – riflette Marattin -, ma credo che in questa occasione debba prevalere la volontà di raccoglimento, ricordo e riflessione. Non è un paese maturo quello dove non si arriva a una verità su episodi come questo, ma non è nemmeno un paese maturo quello che spreca occasioni per fischiare chi può essere benissimo fischiato in qualsiasi altro posto e giorno dell’anno”.
Marattin ricorre a un esempio per spiegarsi: “In Sudafrica Mandela, dopo 27 anni di carcere, è stato capace di offrire l’amnistia ai suoi carnefici in cambio della verità sull’apartheid. E noi in Italia dobbiamo ancora capire cosa ci è successo intorno negli ultimi 65 anni, da Portella della Ginestra in poi. Questa è una Repubblica fondata sui misteri”.
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