Cento
31 Luglio 2013
Cristian Antoniello morì dopo l’assunzione. Alla sbarra quarantenne centese

Chiesta la condanna per il metadone letale

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.phpCento. Due anni e mezzo di condanna. Tanto ha chiesto la procura di Ferrara (ieri in udienza la pm Elisa Bovi) per D.B., donna centese di 40 anni, per spaccio e per la morte del ragazzo proprio in conseguenza di quella cessione di stupefacente.

Era il 12 maggio 2010 quando Cristian Antoniello muore in conseguenza di una insufficienza respiratoria acuta, causata da un edema provocato a sua volta dalle sostanze assunte: metadone, pastiglie e, forse, alcol. E ad aver avuto un effetto letale fu il metadone che l’accusa afferma esser stato offerto dall’imputata.

La boccetta di metadone venne trovata in tasca al ragazzo riconduceva direttamente a lei. Il 25enne quel giorno aveva passato il pomeriggio al parco con amici. Un po’ di birra, lo sballo, qualche bravata e poi a casa dai genitori. In quel parco c’era anche l’imputata, che raggiunse il gruppetto di amici con una sporta contenente sei boccette di metadone. Era la sua “dose” settimanale, prescritta dal SerT.

Secondo l’accusa e le parti civili (i genitori del 25enne, assistiti dall’avvocato Guidorzi che si è associato alla richiesta del pm chiedendo inoltre 15mila euro di provvisionale) fu lei a fornire a Cristian la sostanza che gli risulterà fatale. Secondo la difesa sostenuta dall’avvocato Gianluca Filippone – che ha chiesto l’assoluzione -, invece, la donna avrebbe lasciato incustodita la borsa più volte e di conseguenza non è possibile stabilire chi dei presenti consegnò effettivamente la sostanza al giovane.

A ottobre è attesa la sentenza del giudice Franco Attinà.

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