Politica
26 Luglio 2013
Alla festa del Pd presentati i progetti del gruppo Welfare, come la casa della salute in corso Giovecca

Ferrara 2020: “Terapia d’urto per la sanità ferrarese”

di Redazione | 4 min

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pontegradella1“La riorganizzazione della sanità ferrarese, per una risposta socio-sanitaria più immediata alla domanda di salute dei cittadini”. È questo il titolo del dibattito svoltosi ieri sera alla festa del Pd a Pontegradella per inaugurare “La Gradella in Festa” che si terrà fino al 28 luglio in via Pioppa. “La festa democratica è famosa per unire momenti di riflessione a momenti di svago – introduce Francesco Colaiacovo, presidente del Consiglio comunale – e per l’inaugurazione abbiamo scelto un argomento molto sentito, forse il tema che sta più a cuore ai cittadini: la sanità”. A portare il proprio saluto anche il vicesindaco Massimo Maisto: “Come partito è importante ‘metterci la faccia’, farci sentire sia da chi ci vota che da chi non ci vota ma vuole capire le nostre scelte”. L’importanza della conferenza è ribadita anche da Chiara Sapigni, assessore comunale alla Sanità: “Questi appuntamenti, assolutamente da ripetere, sono fondamentali per coinvolgere e tenere aggiornata la cittadinanza”.

L’incontro, organizzato dal gruppo Welfare del progetto Ferrara2020, si è aperto con la presentazione delle linee guida del progetto, che vuole “proporre un sistema sostenibile erogando un servizio sanitario più efficiente e più legato alle esigenze dei singoli cittadini”. A parlare è Diego Arcudi del Forum Welfare provinciale a cui spetta il compito di spiegare le idee chiave dell’iniziativa, quali la sostenibilità del sistema sanitario locale, l’integrazione dei servizi sociali e sanitari e i processi di innovazione organizzativa. “Il progetto si auspica una vera e propria ‘terapia d’urto’ – continua Arcudi – per costruire la medicina del territorio: la priorità dei prossimi 5 anni è quella di costruire in modo compiuto la medicina delle cure primarie, che deve diventare un vero fulcro della sanità. Per questo diventano fondamentali le case della salute, una casa che si prenda cura di tutta la famiglia come quella che verrà realizzata in corso Giovecca dove prima era situato l’ex Arcispedale Sant’Anna”.

pontegradella2Il tema della ‘Cittadella della Salute’ è stato affrontato anche durante il dibattito a cui hanno partecipato Mauro Manfredini, direttore del distretto sanitario Ovest, e Chiara Benvenuti, direttore del Dipartimento cure primarie Azienda Sanitaria Territoriale, in veste di relatori e Francesco Colaiacovo e Giulia Bertelli in veste di moderatori. “La cittadella vuole raggruppare tutti i servizi sparsi per il territorio – spiega Benvenuti – con la presenza di ambulatori di medicina generale, infermieristici e specialistici. Garantiremo 7 medici di medicina generale, un punto prelievi e assistenza sanitaria di base 24 ore su 24 grazie al servizio degli infermieri”. Alla base c’è comunque la nuova organizzazione del sistema sanitario con il ‘modello di centralità e rete periferica’. “Il modello – interviene Manfredini – funziona solo con una forte integrazione, bisogna integrare e fare una rete unica con un modello dipartimentale, vedi la funzionalità dell’unico dipartimento di salute mentale di Ferrara”.

Tutti gli organizzatori comunque parlano di un cambiamento sia dal punto di vista degli operatori che dei cittadini. Dei cittadini perché avranno la “consapevolezza di essere seguiti dall’inizio alla fine e di essere al centro delle cure mediche”; degli operatori perché è un modo diverso di lavorare insieme, si deve creare un nuovo rapporto tra ‘medico di famiglia’ e specialisti perché “la difficoltà dei professionisti a coordinarsi crea uno stato di disagio nel paziente”. Per quanto il rapporto tra medico di famiglia e specialisti e la nuova organizzazione siano temi caldi, il più spigoloso rimane senza dubbio quello delle liste d’attesa per la diagnostica: le liste sono troppo lunghe, i tempi d’attesa drammatici e questo costringe le persone a usufruire dei servizi a pagamento. “Il problema non è solo nazionale ma europeo – risponde Manfredini – e per risolvere la questione è stato dimostrato quanto sia inutile aumentare l’offerta. L’unica via sensata è probabilmente la medicina di iniziativa (un modello assistenziale considerato più idoneo a gestire le patologie croniche, quali diabete e ipertensione arteriosa ndr) che programma controlli puntuali, in questo modo chi presenta sintomi per la prima volta ha il ‘diritto’ di non avere lunghi tempi d’attesa”.

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