Stanno indagando a fondo gli inquirenti sui presunti rapporti intercorsi tra l’atleta Alex Schwazer e il professor Francesco Conconi, dopo il caso di doping che ha travolto il marciatore altoatesino e il decreto di perquisizione del 5 luglio al professore ferrarese.
Un decreto in cui si parla del reato di avere “favorito” Schwazer nell’utilizzo di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, in un lungo periodo di tempo che va dal 2006 almeno al 2010. La positività all’Epo di Schwazer riscontrata ai Giochi di Londra potrebbe quindi non essere un fatto isolato. L’ipotesi della magistratura è che Conconi fosse a conoscenza del fatto che l’atleta ricorreva al doping e che lo abbia anche favorito. Emergerebbe dalle informative dei carabinieri di Trento e di Firenza, con il supporto di una serie di mail che Conconi e Schwazer si sarebbero scambiate tra il 2009 e il 2010, oltre che dalle dichiarazioni dell’allenatore del marciatore altoatesino. Una mail in particolare ha alimentato i sospetti degli inquirenti, quella con la quale il 3 marzo 2009 l’atleta informa l’allenatore sugli esami fatti nell’ospedale di Saluzzo dove era stato ricoverato per qualche giorno, riferendogli di aver scritto anche a Conconi. Esami che avevano evidenziato nell’arco di due soli giorni un forte calo di emoglobina ed ematocrito.
Nella perquisizione del 5 luglio al professor Conconi i carabinieri del Ros e del Nas hanno acquisito numeroso materiale che supporterebbe le ipotesi formulate nel decreto. A Conconi si sarebbe rivolto l’allenatore di Schwazer, come lui stesso riferisce ai carabinieri, per le necessità sia del marciatore che di Elisa Rigaudo, la quale però dopo aver effettuato un test non frequentò più il professore. Una vicenda che gli inquirenti intendono chiarire fino in fondo.
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