Cronaca
12 Luglio 2013
I tre architettarono una rapina nella casa dell'anziana. Ma vennero sorpresi

Due ergastoli e 20 anni per l’omicidio di Leda Avanzi

di Marco Zavagli | 3 min

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avanziDue ergastoli e una pena di 20 anni di reclusione. È quanto ha chiesto al termine della sua requisitoria la pm Barbara Cavallo nei confronti Florin Catalin Leneschi, rumeno di 25 anni, Mariusz Chovaniak, suo coetaneo polacco, e Marius Valer Damian, rumeno anch’egli di 25 anni. I tre devono rispondere dell’omicidio volontario di Leda Avanzi, anziana di 94 anni, avvenuto il 7 settembre del 2012.

Per i primi due la pubblica accusa ha chiesto l’ergastolo con isolamento diurno, equivalente all’ergastolo considerata la premialità del rito abbreviato. Per Leneschi e Chovaniak infatti il sostituto procuratore ha considerato tutte le aggravanti del caso. Per il terzo, Damian, il più “collaboratico” dei tre, capace anche di fronire spunti investigativi utili agli inquirenti, la pena richiesta è di 30 anni, ridotta a 20 sempre in forza del rito processuale adottato dalle difese.

Secondo quanto ricostruito in aula quel giorno, di mattina, Leneschi e Damian penetrano nell’appartamento al civico 57 di via Bologna a Ferrara, al secondo piano. Ad agevolare il loro ingresso è Chovaniak (difeso dall’avvocato Fabrizio Carletti), già conosciuto dalla badante dell’anziana, Teresa H. di 58 anni, come persona fidata. Il giovane aveva chiesto di entrare per poter utilizzare il computer. Una volta fatta irruzione, i due gettano a terra la 58enne. In quel momento Leda Avanzi inizia a urlare per lo spavento. Per zittirla uno dei due afferra un vaso in ceramica e la colpisce più volte sulla sua testa. L’anziana rimane ferita. Una volta chiamati i soccorsi, l’ambulanza la porterà in ospedale, dove morirà poche ore dopo. La rapina frutterà qualche gioiello e 100 euro in contanti.

Due giorni dopo arriva il fermo di Chovaniak, mentre Leneschi (difeso dall’avvocato Pier Francesco Uselli) e Damian verranno arrestati una settimana dopo in Romania. Secondo la ricostruzione della procura i tre avevano progettato la rapina due giorni prima di entrare in azione. E’ il 5 settembre e Damian e Leneschi arrivano in Italia dalla Romania. Damian chiede ospitalità a un giovane che conosce, Chovaniak. La loro intenzione è quella di recarsi in Germania per trovare lavoro e Ferrara è solo una tappa intermedia. Il giorno seguente Damian riferisce all’amico di aver bisogno di soldi, sia per andare in Germania sia per acquistare un regalo per un matrimonio al quale doveva partecipare. Chovaniak stesso si sarebbe quindi fatto promotore di un ‘facile colpo’ nella casa dell’anziana, dicendo ai due che avrebbe voluto rimanerne fuori.

Dopo il colpo Chovaniak aspetta i complici nel suo appartamento in via Porta Romana e quando li vede arrivare non è ancora al corrente della gravità di ciò che avevano commesso. Nell’abitazione del polacco entra solo Leneschi, che prepara le valigie anche per il connazionale. Quindi i due si recano in stazione, mentre Chovaniak rimane a casa ancora ignaro della situazione. La madre di Chovaniak ricordava quei due ospiti sconosciuti del figlio, nella sua casa di Porta Romana. I tre vengono notati in strada anche da una signora, appena un’ora dopo la rapina. Proprio questa super testimone riconoscerà in aula, nel corso di un incidente probatorio, i tre imputati. Altro riconoscimento fondamentale è stato quello della badante, Teresa H..

L’udienza riprenderà il 19 settembre con le arringhe delle difese. Si andrà poi al 31 ottobre con le repliche e, in mancanza di esse, con la sentenza.

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