Si attende una maxi perizia per stabilire se Rosa Piore morì a causa della legionella e se il contagio avvenne nell’ospedale di Ferrara. Una riserva che arriva dopo l’udienza davanti al giudice Arcani, chiamata a decidere la causa intentata dai familiari contro l’azienda ospedaliera.
Rosa Priore morì a 71 anni il 7 ottobre 2011 (vai all’articolo). La donna era stata ricoverata al SS. Annunziata di Cento nell’estate. Successivamente venne trasferita nel reparto di Nefrologia di corso Giovecca il 26 agosto. Da qui, alla fine, finirà in Rianimazione e poi arriverà il tragico epilogo. Della possibile causa del decesso si venne a conoscenza attraverso un blog e l’azienda Sant’Anna fu costretta a confermare questa possibilità, di cui non aveva nemmeno avvisato i familiari.
Ora i familiari (il coniuge e il figlio) chiedono giustizia attraverso il tribunale civile. Un fascicolo, per omicidio colposo, è aperto anche a livello penale, ma le indagini della procura, con titolare il pm Nicola Proto, si devono ancora chiudere. Il processo civile invece è già entrato nella fase istruttoria, con due consulenze di parte divergenti tra loro e una terza d’ufficio che potrebbe essere ammessa dal giudice per dirimere i punti contrastanti tra le conclusioni del dottor Francesco Avato e quelle del professore Paolo Costigliola.
Secondo Avato, direttore dell’Istituto di Medicina legale di Ferrara nominato dal convenuto, il Sant’Anna, i metodi di diagnosi della legionella non sarebbero utili a indicare il tipo di legionella contratto e senza quel tipo di esame non è possibile datare il momento in cui è avvenuta l’infezione e soprattutto il luogo: a Cento, dove la paziente è rimasta ricoverata per un mese o in corso Giovecca, dove è avvenuto il decesso. È ovvio a questo punto, nelle strategie della difesa del Sant’Anna, che cambiando ospedale si cambia anche il soggetto portatore di responsabilità, dal momento che il SS. Annunziata fa capo all’Asl. Sempre Avato, poi, dubita che ci sia certezza che l’anziana, immunodepressa e con varie patologie gravi, sia morta proprio per legionellosi. La diagnosi finale parla di situazione renale e polmonare compromessa e di decesso per trombosi polmonare.
Di tutt’altro avviso il professor Costigliola, primario di malattie infettive del Sant’Orsola di Bologna, che individua delle responsabilità e conferma che la patologia è stata contratta all’interno dell’ospedale. Secondo Costigliola è impossibile che il contagio sia avvenuto a Cento. Bisognerebbe ipotizzare un periodo di incubazione di trenta giorni, quando al massimo ne servono 14. La diagnosi eseguita il 7 ottobre 2011. il giorno della morte di Rosa Priore, è risultata negativa per alcuni parametri utili a individuare la legionella. Quindi il contagio sarebbe avvenuto non prima del 1 ottobre 2011, quando la paziente era già in corso Giovecca.
Lo studio legale che segue la famiglia non ha indicato una cifra per il risarcimento che, in caso di soccombenza del Sant’Anna, sarà lasciato alla quantificazione del giudice che eventualmente lo stabilirà sulla base dei tabellari previsti dal codice, che vanno all’incirca dai 150mila ai 300mila e euro per coniuge e figlio.
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